La Sardegna e l'industria

Attraverso la rappresentazione di un passato di drammatica miseria sociale ed economica, il documentario cerca di illustrare sinteticamente il complesso di attività e trasformazioni che hanno caratterizzato le prime fasi dell’industrializzazione dell’isola, mettendo in evidenza il ruolo che in essa ha avuto il governo regionale. Uno paesaggio di solitudine e abbandono apre il filmato, mentre il commentatore delinea uno scenario di arretratezza economica come causa del progressivo spopolamento delle campagne. A questo scenario del passato si contrappone uno presente in continuo fermento, articolato e diversificato nello sviluppo innovativo di numerose attività produttive. Opera centrale per lo sviluppo dell’isola, e delle attività agricola in particolare, è la creazione di un sistema moderni e razionale di gestione e distribuzione delle risorse idriche, attraverso la costruzione di dighe e la creazione di una rete di canali attorno ai bacini naturali e artificiali. La disponibilità di terre irrigue, e la meccanizzazione diffusa dei sistemi di lavorazione della terra, sono condizioni, ed emblemi, di una prosperità futura, che le immagini evidenziano attraverso le nuove case coloniche, in contrasto con le malsane abitazioni di un tempo. Segni di un sistema avanzato di produzione sono le attività vinicole connesse alle cantine sociali, dove è possibile una lavorazione razionale finalizzata all’esportazione. Tra le altre attività agricole a carattere industriale, trovano spazio nel documentario la coltivazione della barbabietola da zucchero, e i processi di trasformazione negli zuccherifici, e un cotonificio in grado di lavorare cotone interamente coltivato in Sardegna in via sperimentale. Anche altre attività tradizionali, come la pesca nelle peschiere di Cabras e la preparazione della bottarga, sono innovate con la possibilità di inscatolare il prodotto. La ricchezza mineraria costituisce un’altra importante voce per lo sviluppo dell’isola: dalle miniere di marmo a quelle di piombo e zinco, delle quali si seguono i processi di estrazione, lavorazione e trasformazione. La centrale termoelettrica di Portovesme, alimentata dai pozzi di carbone del Sulcis, costituisce un’importante realtà per la produzione di energia, ed assieme alle zone industriali di Sassari-Porto Torres, Oristano e Cagliari, costituisce una rete efficiente di produzione. Su queste ultime immagini si conclude il documentario, mentre la voce fuori campo sottolinea l’importanza strategica dell’isola per il commercio mediterraneo nel complesso dell’economia europea.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda