Sardegna artigiana

 

Le attività artigianali in Sardegna, voce importante della cultura e dell’economia isolana, assumono forme diverse nei paesi in cui è presente. Si parte coi bronzetti, realizzati ancora oggi con le tecniche degli antichi, ossia della “cera persa”. Le immagini mostrano le diverse fasi della realizzazione di un bronzetto con questa tecnica costosa.

A Isili, sopravvivono gli ultimi ramai della Sardegna, che lavorano a mano con rapide martellate i loro oggetti, imprimendo a freddo i fregi su un recipiente detto “su cardaxiu”.

A Pattada, Santulussurgiu e Arbus, i mastri coltellai costruiscono i loro coltelli tipici con corno di montone o muflone. Tonara è il paese in cui si costruiscono ancora i campanacci per il bestiame. 

Per quel che riguarda i gioielli, fino al secolo scorso si utilizzava l’argento, poi abbandonato per i costi di produzione, in favore dell’oro. Oltre alle fedi sarde in filigrana, originarie del XV secolo e spagnole, gli artigiani riproducono anche gioielli dell’antichità fenicia, punica e romana. Il corallo, dagli alti costi di produzione, sopravvive ancora poco.

Importante l’industria tessile, in particolare la produzione di tappeti coi tre tipi di telai tradizionali. Quello verticale, presente a Nule (SS), Sarule e Tonara (NU), consente lavori elaborati. Quello obliquo, presente a Zeddiani (OR) e Dorgali (NU), è degli anni ’50 e consente trame simili a quelle orientali, annodati. Il telaio orizzontale, infine, è presente nel resto dell’isola. La lavorazione tipica è detta “a pibiones”, mentre a Mogoro (OR) è in uso quella detta “a bagas”.

La tradizione ceramica è rimasta immutata dal XV secolo in poi. A Oristano le ceramiche vengono fabbricate seguendo le norme del gremio degli “alfareros”. L’immobilità secolare ha portato da un lato una mancata evoluzione di stile e tecnica, dall’altro ha conservato lo stile antico. Un centro rinomato per la ceramica è Assemini, dove gli artigiani cercano di evolversi anche aprendosi a stili orientali.

La lavorazione del legno serviva a dotare la casa degli arredi essenziali, come la cassapanca istoriata con disegni e stili variabili da zona a zona. Recentemente è attiva la fabbricazione di pipe in radica. Le selle vengono costruite in pelle che ricopre l’anima in legno, vengono usate per le numerose sagre, come quella di Sant’Efisio.

L’intreccio, infine, è arte antica e dal facile sviluppo per la presenza di materie prime. 

Il documentario si chiude con la citazione di enti e cooperative che consentono all’artigianato di continuare a prosperare (I.S.O.L.A., C.N.A., Confartigianato, Cooperative di donne), e scommettendo sul binomio Artigianato - Turismo come volano per l’economia sarda.

 

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda