La risorsa ambiente in Sardegna (seconda parte)

Seconda parte di un documentario sullo stato di salute dell’ambiente in Sardegna, sui rischi e i problemi connessi alla sua tutela e salvaguardia. Proseguendo nel volo di ricognizione dell’isola con il velivolo leggero Charlie, si riprende il tema della difesa delle aree boschive e di vegetazione spontanea, seriamente minacciate dal rischio incendi. È difficile contrastare l’azione dannosa degli incendi, in maggioranza di natura dolosa, come difficile risulta talvolta, sostiene Enea Beccu, anche l’attuazione dei programmi di ricomposizione ambientale nelle zone danneggiate. Anche per ciò che riguarda le zone della Sardegna dove l’intervento dell’uomo è stato più incisivo, il problema non sta soltanto nelle difficoltà di approvvigionamento idrico, e nel relativo aspetto desertico, ma anche nelle difficoltà di avviare un’agricoltura compatibile con le caratteristiche del terreno, e cioè senza un utilizzo massiccio di sostanze chimiche inquinanti. Un tentativo di sviluppare sistemi di sfruttamento industriale nel settore ittico (Oristano) deve ugualmente tener conto dei delicati equilibri che sostengono il sistema che l’uomo intende sfruttare. I diversi progetti di bonifica avviati dalla regione (per esempio lo stagno di Santa Gilla a Cagliari) lasciano ben sperare, malgrado le difficoltà che un sistema di vita tecnologicamente avanzato può opporre alla tutela dell’ambiente. Così è per la gran massa di rifiuti solidi urbani, il cui smaltimento non dovrebbe prescindere da un programma di riciclaggio, se non a rischio di compromettere le stesse risorse ambientali. In conclusione sono le parole di Piero Angela che invitano ad un atteggiamento razionale nell’utilizzo delle tecnologie, ricordando come la tecnologia non è tanto dannosa se utilizzata secondo modi compatibili con l’ambiente naturale.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda