La risorsa ambiente in Sardegna (prima parte)

Prima parte di un documentario che costituisce un resoconto dello stato di salute dell’ambiente in Sardegna, dei rischi e dei problemi connessi alla sua tutela e salvaguardia. Il lungo giro di osservazione si apre con il decollo di un velivolo leggero, Charlie, che accompagna lo spettatore, con le riprese dall’alto, nell’osservazione degli ambienti isolani. Si comincia dagli stagni del cagliaritano, per poi dirigersi verso i paesaggi costieri e marini e dunque nell’interno, lungo le catene montuose dell’isola dal nord al sud. Una ricognizione dei progetti di tutela delle zone umide (stagni e aree palustri) rivela che la ricchezza faunistica non è sempre adeguatamente preservata. Il paesaggio costiero, e l’ecosistema marino sono spesso oggetto di degrado per le troppo disinvolte opere di edilizia turistica e per loo scarso controllo degli effetti inquinanti degli stabilimenti industriali, a lungo privi di filtri per gli scarichi a mare. È invece stata efficace l’opera di tutela delle specie animali in estinzione, come il cervo sardo e il grifone, in aree protette e controllate; mentre irrimediabilmente compromesso, dice Folco Quilici, sembra essere il destino della foca monaca nel golfo di Orosei. Difficile risulta essere anche la salvaguardia dei boschi e delle zone di vegetazione spontanea, come le aree montuose del Gennargentu, Goceano, Limbara, del Sulcis-iglesiente, del Sarrabus e del Marghine, o il massiccio della Giara di Gesturi. Sono infatti particolarmente a rischio a causa dei continui incendi che devastano le aree boscose e la macchia mediterranea. È a questo punto che emerge l’esigenza di avviare progetti di ricomposizione ambientale per tentare rimediare ai danni provocati dagli incendi, e rimarginare quindi le ferite aperte nell’ambiente naturale. La trattazione di questo problema prosegue nella seconda parte del documentario.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda