Il Pazzissimo carnevale di Ovodda
Il mercoledì delle ceneri, le strade di Ovodda, paesino della Barbagia, diventano il teatro di un carnevale originale, dallo sfarzo inesistente, senza coriandoli o stelle filanti, fatto di abiti semplici, quasi quotidiani e col volto rigorosamente tinto di nero fumo. La tradizione di rendere irriconoscibile il volto pare fosse un atto di ribellione, nato quando si vietò di portare maschere sul volto per evitare che anche i briganti potessero unirsi ai festeggiamenti in paese. Una voce fuoricampo segue la sfilata di maschere che trascina per le vie del paese, ricche di suggestivi murales, Don Conte, re del carnevale di Ovodda, che la tradizione vuole fosse un signorotto locale che sfruttava e maltrattava la popolazione. In segno di scherno verrà trascinato attraverso le vie del paese da un asino privo di guida, per essere, alla fine della giornata, processato e condannato all’impiccagione prima d’essere bruciato. Con abbondante vino, maiali arrostiti in piazza, dolci tipici, balli e canti in lingua barbaricina, gli abitanti di Ovodda combattono il rigido freddo e si apprestano a salutare la primavera, coinvolgendo nella festa anche la troupe che riprende i festeggiamenti.