parco geominerario storico ambientale della Sardegna 3. Percorsi e itinerari turistici

In questo documentario sono filmati e descritti sei possibili itinerari turistici da percorrere all’interno del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna. Il primo percorso o itinerario A è quello del Sarrabus Gerrei, da Baccu Locci a Goni. Si parte dal Salto di Quirra, dove si trovano gli altipiani che ospitano le miniere, si risale il fiume Baccu Locci, in cui si trova la miniera omonima ed è ancora possibile vedere le rocce minerarie, nelle quali è presente anche una piccola quantità d’oro. Dall’alto si può vedere il mare di Quirra e, scendendo nella valle, i ruderi del castello di Quirra. una volta superato il Flumendosa si trova la miniera del monte Narba sul filone argentifero che percorre tutto il Sarrabus dividendolo da Est a Ovest. Si giunge a Villa Salta dove le rocce danno vita a immagini umane come il “profilo di donna”; qui troviamo altre miniere, più avanti Goni nota per i fossili di graptoliti. L’itinerario B è quello di Funtana Rapinosa da Aritzo a Seui (NU): il percorso parte da Aritzo, paese a occidente della catena del Gennargentu, il suo paesaggio è caratterizzato dai tacchi simili ai canyons americani. A sud Gadoni dove sorge il Dexice di Aritzo (?) lembo morfologico; andando avanti, nella valle del rio Saraccinus  si può visitare l’antico sito minerario di Funtuna Raminosa. Tutt’intorno alla miniera si estende una fitta vegetazione e si incontra il Fiume Flumendosa. Questo territorio ha subito e subisce movimenti rocciosi che segnano profondamente il paesaggio. Verso la fine del percorso troviamo le domus de janas  e le cascate de Su Stampu nel comune di Seulo, siamo dunque giunti a Seui dove si arriva a San  Sebastiano, bacino carbonifico ormai in disuso. L’itinerario C è quello del Sulcis Iglesiente Guspinese da Acquacadda a Iglesias: la località di Acquacadda con il monte Tamara ha nei suoi territori una miniera di rame, verso ovest si giunge a Narcao, qui si possono osservare i tacchi tabulari di stratificazione vulcanica e la necropoli di Montessu dell’età del Bronzo. Nella costa si incontra la riserva naturale della pineta di Porto Pino formata da pini autoctoni e da uno stagno. Salendo a Nord, Carbonia e il monte Sirai con il sito fenicio – cartaginese, il paesaggio aspro e ricco di forme. Alla fine del percorso il villaggio abbandonato di Sedda Modizza, qui si conservano esempi di architettura mineraria, e l’altipiano Seddas da dove si vede Iglesias, Campo Pisano, Monteponi. L’itinerario D Sulcis Iglesiente Guspinese, da Iglesias a Buggerru: qui si trovano le miniere più importanti, come quelle di piombo e zinco del villaggio Monteponi. Oggi in disuso, le miniere dell’Iglesiente lasciano il loro ricordo nei villaggi disabitati, nei cumuli di detriti e fanghi, nelle gallerie e in un paesaggio costiero che non ha eguali. Come i faraglioni di Nebida, le falesie bianche di Pan di Zucchero, le rocce tabulari e rosse e i rilievi  da cui si scorgono panorami unici. L’ultimo panorama ce lo regala la miniere di Masua e la piccola spiaggia di cala Domestica. L’itinerario E Sulcis Iglesiente Guspinese, da Buggerru a Domusnovas: a pochi km. dal porto di Buggerru troviamo la spiaggia di Portixeddu, attraversata dal Riu Mannu e chiusa al nord dal promontorio granitico di capo Pecora. Salendo verso nord  si possono visitare le falesie di Planu Saltu e all’interno Fluminimaggiore. A sud la presenza del tempio di Antas di origine fenicio – romana e i disegni naturali delle rocce ci riportano agli albori della vita umana. Qui le miniere si susseguono: miniera di Gutturu, miniera di Arenas, miniera di sa Duchessa. Giunti a Domusnovas incontriamo le grotte di San Giovanni. Itinerario F Sulcis Iglesiente Guspinese da Gonnosfanadiga a Piscinas. I boschi di Gonnosfanidiga sono un ottimo punto di partenza, qui sono stati fatti i primi lavori di recupero ambientale. Il paesaggio minerario è caratterizzato da numerose discariche immerse nel verde, e da monumenti naturalistici come i basalti colonnari, nel comune di Guspini. Incontriamo a questo punto del tragitto il centro minerario più importante della Sardegna: Montevecchio con i suoi filoni di piombo, zinco, argento e quarzo e il piccolo centro urbano cresciuto intorno alla miniera. Quest’ultimo è uno dei migliori siti di archeologia industriale. Proseguendo verso sud-ovest si susseguono i siti minerari, laghi artificiali, pozzi e panorami di roccia vulcanica. Verso il mare si può visitare la laveria di Naragauli infine giungiamo a Piscinas. Qui la spiaggia immensa rivela il passato minerario che si sposa con il futuro turistico.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda