Alla scoperta delle chiese in Sardegna - Vol.2 - Nuoro e le sue chiese
Il documentario descrive in modo approfondito sedici chiese di Nuoro, disegnando un itinerario geografico, storico e artistico della capitale barbaricina. Il punto di partenza è la nuova Chiesa della Solitudine, disegnata da Giovanni Ciusa Romagna, riedificata nel punto in cui si trovava un'altra chiesetta in cui Grazia Deledda era solita pregare quand'era ragazza, motivo per cui nella nuova chiesa sono custodite le spoglie della scrittrice nuorese. Sulla via del Monte Ortobene si incontrano poi le chiese di Valverde, di San Giovanni Gualberto e della Beata Vergine del Monte. Dal 1901, anno della consacrazione della statua del Redentore che dall'Ortobene svetta su Nuoro, si celebra la festa del Redentore, caratterizzata da una delle più importanti sfilate di costumi sardi dell'isola. Alternando immagini attuali a colori e vecchi filmati in bianco e nero, con antiche foto dei luoghi e di vecchi ritratti, il film prosegue il suo viaggio nelle chiese nuoresi rispettando un ordine di importanza e di successione cronologica. La cattedrale di Santa Maria della Neve è descritta con attenzione e in dettaglio nei suoi interni, con le sue cappelle e i dipinti di rilievo storico-artistico contenute. A seguire le chiese di Nostra Signora delle Grazie, Nuovo Tempio della Madonna delle Grazie, Nostra signora del Rosario, Santa Croce, San Carlo, San Francesco, San Giuseppe, San Giovanni Battista, San Paolo, Sacro Cuore, fino al nuovo convento delle Carmelitane Scalze progettato da Renzo Piano sul colle di Sant'Onofrio. Vengono via via citati i quartieri in cui si situano le chiese, gli autori di opere di pittura e scultura in esse contenute, donatori e personaggi illustri. Tra questi, un'attenzione particolare viene dedicata alle figure di Grazia Deledda, con la sua casa-museo e la contigua piazza Su connottu con le sculture di Pinuccio Sciola; Sebastiano Satta, con la piazza a lui dedicata e realizzata da Costantino Nivola; e ancora, Francesco Ciusa, di cui si ricorda il premio internazionale alla Biennale di Venezia del 1907 con la scultura "La madre dell'ucciso".