Il parco geominerario storico ambientale della Sardegna. 1

In questo documentario vengono descritti, attraverso le riprese dei luoghi e il supporto di cartine, i siti minirari sardi. Tali siti, oramai in disuso, saranno i luoghi nei quali avrà sede il Parco Geominerario storico e ambientale della Sardegna. A questo scopo si sono individuate otto aree, per ognuna il video mostra la cartine e ne descrive brevemente le caratteristiche geominerario e ambientali. La prima zona è quella del Monte Arci (OR), qui sin dal neolitico l’uomo ha ricavata dagli scavi l’ossidiana, di enorme importanza per la costruzioni di armi e strumenti da lavoro. La zona del Parco si estende per 271 kmq comprende buona parte del Parco naturale già esistente del Monte Arci. Si tratta di una zona di alto interesse naturalistico per la varietà delle piante e degli animali che la abitano. La seconda zona individuata è quella di Orani (NU), 130 kmq. di parco,  qui le cave di talco steatite e di marmo - granito danno lavoro sin dal neolitico. Oggi è ancora attiva la cava di talco che ci viene mostrata. In questo punto del parco sarà possibile visitare il museo Nivola che sorge nel comune di Orani e che raccoglie un buon numero di opere dello scultore sardo Costantino Nivola. La terza zona è quella di Funtana Raminosa tra la Barbagia e il Sarcidano, per 145 kmq. si estende una delle zone più suggestive del futuro parco. Sin dal neolitico si è estratto il piombo, lo zinco e la trachite. Ma sono gli aspetti geomorfologici a rendere unico questo territorio: dai canions alle valli strette e profonde, dagli altipiani dolomitici ai corsi di fiume tortuosi. Intorno ad uno di questi sorge la miniera, qui si coltivava il rame sotto forma di talcopidite e ossidi. Si assiste ai suggestivi salti di acque dentro le grotte calcaree del comune di Seulo. Infine qui si è conservata in buono stato l’attrezzatura, sarò dunque un ottimo esempio di archeologia industriale. La quarta zona comprende la Gallura ed è nota per le cave di granito già sfruttate in età romana. La quinta zona è quella dell’Argentiera (SS), nella Nurra, con le miniere di piombo, zinco e argento. Il territori si estende principalmente nella costa da Capo Caccia a porto Ferro, qui troviamo una delle rare pinete spontanee e l’unico lago non artificiale della Sardegna: il lago Baratraro (?), infine la bellissima grotta di Nettuno. La sesta area si trova in Baronia, nel comune di Lula (NU), ed è chiamata: Buzzurra sos Enattos, si estende per 133 kmq., si possono trovare miniere di piombo, zinco, rame, argento. Oggi queste zone sono abbandonate perché esaurite delle loro ricchezze, resta però l’interesse storico di questa zona per le sue gallerie di epoca romana. La settima area è quella del Sarrabu- Gerrei, con le miniere di ferro, stagno e argento. Il paesaggio è caratterizzato da una fitta vegetazione, si possono poi riconoscere rocce paleozoiche e graptoliti di interesse mondiale. Infine l’area più vasta quella del Sulcis - Iglesiente  Guspinese che occupa il 65% del futuro Parco Geominerario. Vi si trovano miniere di piombo, zinco, ferro, rame, barite e carbone. Qui è il centro più noto e più importante della Sardegna, la sua storia è antica e il territori vario e vasto. Dalle colline alle zone umide, con le zone sabbiose di Buggerru, Portixeddu, Piscinas, Fontanamare. Si possono visitare le grotte di San Giovanni (Domusnovas), su Manau (Flumini), santa Barbara (miniere di San Giovanni) e tante altre, se ne sono censite 600. Sono varie le qualità mineralogiche a causa dei movimenti geologici, per questo possiamo individuare: vulcanesimo, argille, rocce granitiche. Sin dai tempi più antichi questo territorio è stato luogo di scavi minerari, che per molti secoli segnarono l’economia dell’intera area. Il documentario mostra i luoghi, e le miniere ancora attive; la voce fuori campo è accompagnata dalla musica e dalle immagini che descrive.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda