Grotte di Nettuno. Grotte e coste di Alghero

Una serie di scene di pesca accompagnate da una voce fuoricampo segnano l’inizio del film. Di seguito, la voce fuori campo elenca le particolarità geologiche della costa nord occidentale della Sardegna, frastagliata, di rocce vulcaniche, modellata dal vento. Le falesie sarebbero emerse tra il Cretacico e il Giurassico. Le grotte di Nettuno sono sul livello del mare, e la loro struttura interna si sviluppa su 2500 metri. L’ingresso è molto ampio, e contiente un lago, nel quale fino agli anni ’60 era possibile trovare la foca monaca. Le grotte, conosciute dal 1700, furono descritte dal La Marmora, Valery, D’Annunzio. Al loro interno, due lapidi marmoree in onore del re Carlo Alberto di Savoia, una delle quali in latino. Al piano superiore si trova la sala Smith, e la suggestiva Tribuna della Musica. Le numerose fiaccolate degli anni passati hanno lasciato tracce di nerofumo sulle pareti. Dal 1954 la grotta è raggiungibile anche da terra, e non solo dal mare. Oltre la grotta Smith, l’accesso è consentito solo agli speleologi, attraverso passaggi che ricordano paesaggi marini. Oltre il Lago dei Funghi e la sala del Corallo si raggiunge uno spazio altro 30 metri con un lago detto Lago Semilunare. Osservando le concrezioni si possono osservare i vari livelli raggiunti dal mare nelle diverse epoche. Dopo le grotte di Nettuno, è poi la volta della Grotta Verde, a est di capo Caccia, con ingresso a imbuto che presenta tracce di un insediamento umano cancellato da un crollo. Di difficile esplorazione, presenta tracce di graffiti sui muri e stalattiti anche sott’acqua. Le condizioni di luminosità e idrodinamiche possono consentire la sopravvivenza nelle grotte di organismi marini come spugne bianche, cipree, corallo rosso, briozoi. L’esplorazione della zona prosegue con Porto Conte, con la Grotta di Nereo, la più importante, e la grotta della Madonna, tunnel azzurro, grotta del soffio, del sommergibile e degli archi. Sotto il massiccio di Punta del Giglio si trovano invece le grotte dette del Giglio, del Vescovo, del Pozzo, dei Laghi, di Falco. Quest’ultima è dedicata a Ennio Falco, corallaro morto sott’acqua nel 1969. La fauna locale presenta numerose specie. Il corallo rosso, raro, non è adeguatamente tutelato e rischia l’estinzione. Si trovano anche cernie, corvine, spigole, aragoste, paguri, granchi, scorfani, alghe calcaree. Una particolare catena alimentare che finisce con tartarughe, pesci rossi e, naturalmente, l’uomo. Sulle falesie nidificano numerose specie di uccelli, come il marangone dal ciuffo, gabbiano reale, gabbiano corso, mentre sono rari la berta maggiore e l’uccello delle tempeste. A punta cristallo è possibile osservare gli avvoltoi grifoni, dalla vista acutissima. Le immagini mostrano anche la Escala del Cabirrol, e la grotta del Sorel col suo camminatoio impervio. La flora dei dintorni si compone di boschetti di ginepro fenicio, centaurea orrida, euforbia, limonium, mesembiantemo cristallino, e palma nana. La zona è visitata da oltre 150mila turisti l’anno, il turismo e la pesca sono le attività principali della costa. Il film si chiude con una nota negativa: alcune grotte, come quella dei Pizzi e Ricami, sono spesso trafugate perché prive di adeguato controllo. In sottofondo la musica di Mr. Tambourine.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda