Divieto di pascolo

Siamo nel Supramonte di Orgosolo, nella zona che dovrebbe diventare il parco nazionale del Gennargentu. Immagini di paesaggi e dei pascoli –coadiuvate dalla voce narrante- ci introducono allo spinoso argomento che suscita polemica e motivo di riflessione. La possibilità garantita dal parco di preservare l’ambiente circostante –fortemente compromesso dai feroci incendi, il bracconaggio, il vandalismo e il proliferare dell’edilizia selvaggia- non ottempera  la condizione sociale ed economica del luogo basata sulla pastorizia. Il divieto di pascolo esteso a tutto il territorio, gli arresti e le difficoltà dei pastori costretti a lasciare i loro pascoli –attestati dai  numerosi ritagli di giornale che ne riportano i motivi di disagio, evidenziando la condizione di quasi assedio della zona-, diventano motivo del conseguente aumento della criminalità e del banditismo dovuto alla disoccupazione. Elemento non trascurabile è la ricchezza garantita dalla pastorizia come fonte di sviluppo e risorsa che da secoli garantisce il sostentamento di numerose famiglie, elemento che viene superficialmente trattato dalle istituzioni che cercano di ovviare il problema attraverso soluzioni che non tengono conto della realtà agropastorale dell’isola, realtà che difficilmente si conface alla prospettiva industriale-sociale avviata dalle istituzioni e che probabilmente diventerà fonte di tensioni e di malessere della popolazione che cercherà in ogni modo di protestare contro l’apertura del futuro parco.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda