Il sequestro Soffiantini

Nella prima puntata, si assiste alla preparazione del rapimento da parte dei rapitori. Il vero obiettivo doveva essere il figlio minore di Soffiantini, scampato però per puro caso al sequestro. I rapitori prenderanno il padre, cardiopatico e anziano, e lo porteranno in un rifugio sui monti della Toscana, che conoscono bene. Durante la prigionia di Soffiantini, i familiari e la polizia sono sulle tracce dei banditi, numerosi e ben organizzati. Gli inquirenti prediligono una linea dura, che punta alla cattura dei malviventi, mentre la famiglia sarebbe disposta anche a trattare. Questa diversità di atteggiamento sarà una costante del film. Le forze dell'ordine, grazie a un filmato di una telecamera a circuito chiuso, risalgono all'identità di uno dei rapitori, Salvatore, figlio di un ex impiegato di Soffiantini. Partendo da lui, riusciranno ad identificare anche il capo della banda, Moreno. Ma il primo tentativo dei poliziotti e dei carabinieri dei NOCS di catturare i malviventi va a vuoto, e sul terreno rimane uno dei carabinieri, colpito a morte durante un conflitto a fuoco dai rapitori. Con questo episodio termina la prima puntata. Nella seconda, la narrazione si svolge come anche nella prima su due livelli distinti. Da un lato, le immagini mostrano Soffiantini alle prese coi carcerieri, in particolare con uno dei banditi, da lui chiamato "Marco", che sembra più disposto dei suoi complici a considerare umanamente il rapito, dall'altra gli screzi tra la famiglia e le forze dell'ordine sui diversi atteggiamenti da seguire per tentare di risolvere il caso. Solo dopo molte pressioni della dott.ssa Corrias della Polizia, e della famiglia dell'ostaggio, ma soprattutto dopo una lettera che i rapitori fanno avere al TG5 con un lembo d'orecchio del rapito, la situazione giungerà a una conclusione. I familiari pagheranno cinque miliardi di lire con banconote segnate, ma non libereranno subito l'ostaggio. Uno dei sequestratori, convinto di essere stato visto da Soffiantini durante un tentativo di fuga dell'ostaggio, vorrebbe ucciderlo, ma "Marco" lo dissuade, facendogli credere di volerlo ancora sfruttare per chiedere soldi alla famiglia. Abbandonato dal complice, "Marco" libera Soffiantini che torna così dalla famiglia. Nelle ultime battute del film, l'azione si sposta in Australia. Soffiantini e la dott.ssa Corrias si recano a Sidney per operare un riconoscimento. Soffiantini non riconosce nell'uomo che gli siede davanti il suo carceriere. Quando abbandona la sala del carcere, al posto dell'attore Michele Placido, che ha interpretato il suo ruolo sullo schermo, appare proprio Giuseppe Soffiantini.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda