Falesie e grotte di Alghero

Il documentario introduce nella grotta di Nettuno attraverso la rievocazione degli arrivi dei visitatori con i gozzi a vela nell'800, quando la grotta era accessibile unicamente in barca, ed era luogo di festa a lume di candela. Da qui la storia delle scoperte delle numerose grotte nella costa di Alghero, e delle insenature lavorate dall'azione del vento e dell'acqua. Tra tutte le grotte, la più nota è quella di Nettuno, già descritta da geografi e poeti (La Marmora e D'Annunzio), e fino agli anni '60 habitat di alcuni esemplari di foca monaca, ora definitivamente scomparsa. La grotta, dal 1954 raggiungibile da terra, si dipana in una serie di cunicoli, sale e laghetti interni percorribili a piedi e in barca. Le altre grotte, ugualmente importanti e non meno interessanti, sono ispezionate nelle immersioni subacquee; la grotta di Nereo, del Soffio, del Falco sono abitate da una fauna diversificata tra cui i rametti di corallo rosso. La grotta Verde è invece importante perché conserva al suo interno i resti di un insediamento umano, e maestosi ambienti completamente sommersi dal mare. Oltre alle grotte, la costa algherese è naturalisticamente interessante per la presenza di uccelli marini che nidificano con frequenza nelle falesie tra la macchia mediterranea. Del complesso naturalistico si lamenta la scarsa protezione e, per quanto riguarda le grotte accessibili a tutti, la mancanza di rispetto per l'ambiente naturale, come la mutilazione di stalattiti e di altre preziose concrezioni.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda