Costa Nord

Immagini di scogliere e torri corrose dal tempo fanno da sfondo al commento della voce over, e quindi scorci di Castelsardo, centro abitato dove «il maestrale è violento» e «il mare nemico» e si sente dentro le case. La macchina da presa inquadra il mare agitato, le onde che frangono sugli scogli e i pescatori che tirano un barcone a riva. «Nella solitudine rassegnata della Costa nord il pescatore è quasi sconosciuto», la pesca qui è un lavoro difficile, come combattere con una natura aspra, per questo il pescatore di Castelsardo non pesca molto. Questa città di origine medioevale ha cambiato nome con i diversi dominatori (Castelgenovese la chiamarono i Doria nel 1100; Castelaragonese gli spagnoli; Castelsardo i Savoia) ma i segni di una cultura locale rimangono nella produzione artigianale, come per esempio nei cestini. Questi sono intrecciati dalle donne con la palma nana, pianta tipica della flora locale, e ornati con disegna tipici dell'artigianato sardo, fra i quali l'indecifrabile pavonessa, di probabile origine fenicia, che troviamo incisa anche nelle cassepanche barbaricine. La macchina da presa e la voce over si soffermano sulla descrizione della lavorazione dei cestini. I rapporti con l'interno sono evidenziati anche dall'abbigliamento nonché dalla lavorazione della terra, in particolare dei vigneti che danno vini profumati, a sottolineare la difficoltà del rapporto con il mare. Un mare nemico, «simbolo di un popolo votato per secoli alla solitudine».

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda