...ad metalla

Partendo da Iglesias, che sin dai tempi più antichi venne utilizzata dai Romani come luogo di pena e di lavoro forzato per le possibilità di scavi d'argento, zinco e piombo. Nel Medioevo gli scavi divennero più sistematici e Villa di Chiesa (l'odierna Iglesias) si trasformò in un centro minerario di una certa importanza, tanto da essere la sede della famiglia pisana dei Donoratico e del Conte Ugolino della Gherardesca. L'incendio del 1350 ci ha lasciato poche testimonianze di quegli anni, anche se indirettamente conosciamo lo sviluppo di questo paese, che proseguì nella seconda metà dell'ottocento grazie all'opera di Quintino Sella che fece di Iglesias uno dei centri minerari più importanti d'Europa. Insieme sorgevano nelle zone limitrofe una serie di villaggi minerari, legati ai pozzi e alle gallerie che caratterizzano l'intero paesaggio dell'Iglesiente: Monte Poni, San Giovanni, Nebida, Masua, Porto Flavia, Buggerru, Gonnesa. Ognuno con la sua storia, ma con la caratteristica comune di avere per un secolo goduto dei benefici e dei danni che l'attività mineraria offriva. La fine dell'Ottocento caratterizzata da un forte sfruttamento del terreno e dei lavoratori, le prime innovazione tecnologiche e le grandi lotte sociali del primo novecento, per tutti questi paesi la miniera ha significato sviluppo e sofferenza in un alternanza imprevedibile di benessere e povertà. Il documentario si sofferma a lungo nella spiegazione scientifica e tecnologia del lavoro in miniera e nei caratteri strettamente geologici del territorio, anche mostrando cartine geologiche con le sezioni del terreno, disegni dei progetti di scavo e trasporto dei minerali, infine le immagini e le foto di repertorio. Il film inizia e si conclude con due poesie di Ivan Cankar, Manlio Massole, Angelo Cherchi.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda