Partitura per volti e voci. Viaggio tra i delegati CGIL

I delegati, provenienti da diverse parti d'Italia, rispondono alle domande, che non si sentono nel filmato, ed esprimono il loro pensiero sul mondo del lavoro e sul sindacato, sui motivi che li ha spinti a farne parte, parlano anche della loro vita privata. Lavorare nella Cgil è una scelta di vita, lo si fa per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, per tutelarne i diritti, in definitiva perché si ha l'idea di un mondo migliore. La classe operaia non esiste più, i nuovi operai non credono più nel sindacato, lamentano un uomo e una donna, le lotte le hanno fatte i loro padri, i giovani non cercano di migliorare le cose, non hanno la minima preparazione politica. Purtroppo i sindacati hanno perso forza contrattuale, perché i lavoratori non li seguono, non si sciopera più, non si lotta più, ma rimane impresso il ricordo delle lotte e dell'unità del passato. La conflittualità non è morta, si è solo assopita. I problemi del sindacato sono la lentezza tra il parlare e l'agire, la lontananza di alcuni dirigenti sindacali, divenuti funzionari, dagli effettivi problemi del mondo del lavoro, e l'imposizione dall'alto di alcune decisioni: spesso i documenti sono già scritti prima dello stesso congresso, il problema della rappresentanza femminile, gestito comunque in maniera maschilista, la difficoltà per tutti i delegati e per i lavoratori comuni di capire il linguaggio del sindacato. Un uomo, che è entrato da poco nel sindacato, si è fatto un'idea di esso attraverso il giudizio della gente e dice d'immaginare la cgil come una segreteria telefonica "siamo momentaneamente assenti dalle esigenze dei lavoratori, degli emarginati, dei disoccupati". Si affronta il problema dell'emigrazione, con la difficoltà ad accogliere gli stranieri, una ragazza racconta gli ostacoli che ha incontrato nella sua storia d'amore con una ragazzo senegalese. Il film si conclude con una canzone di Tracy Chapman, con i sottotitoli in italiano. " Non lo sai stanno parlando di una rivoluzione sembra un sussurro...."

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda