Fordongianus cittą antica

Una cartina mostra la Sardegna, Fordongianus si trova a occidente, nella sua parte centrale. La valle del Tirso fu abitata già in epoca preistorica. Le sue acque fumanti alimentarono culti, e nei dintorni si possono ancora trovare necropoli e domus de janas. Non sono state trovate abitazioni, che si pensa fossero sulle colline. Delle epoche cartaginese e romana sono rimaste fortezze, un ponte a sette arcate sul Tirso, l'acquedotto e numerose strade, che collegavano Fordongianus a Tharros, Othoca, Usellus, Carales. Delle acque ipsitane (terme) di Fordongianus parla Tolomeo. Le terme sfruttavano le acque calde e fredde del monte Grichini. La voce fuori campo illustra nel dettaglio ciò che rimane oggi dello stabilimento, in una città che era un importante presidio militare contro le incursioni degli abitanti della Barbaria, ossia della Sardegna non romanizzata. Le terme erano dotate di frigidarium e calidarium, con sistemi di riscaldamento artificiale. Passando ai giorni nostri, il 21 agosto si celebra la festa di san Lussorio martire, il cui simulacro viene portato in processione su un carro a buoi. La chiesetta di campagna, semplice ma armoniosa, risale al XII secolo e venne eretta dai Vittorini di Marsiglia. I pellegrini possono sostare in alloggi detti muristenes. Nel 1400 alla chiesetta vennero portate aggiunte di stile catalano. Attraverso una scala in pietra è possibile raggiungere l'Ipogeo paleocristiano di San Lussorio, risalente al IV secolo dopo Cristo. Al suo interno è possibile osservare diverse sepolture: sarcofagi, nicchie. Le pareti sono affrescate e il pavimento mosaicato. In campagna, si può trovare l'Ipogeo de sa Sennora, attraverso il quale si accede a un sarcofago. La processione col simulacro del Santo fa il suo ritorno alla chiesa parrocchiale, demolita e ricostruita nel 1910. La voce fuori campo ne fa una descrizione puntuale, evidenziando le linee orizzontali chiare e scure dell'esterno, e il portone gotico, e l'interno con le sue tre navate. Le case del centro del paese sono in trachite, ed è possibile scorgere nelle architetture retaggi aragonesi e catalani. Una casa signorile del 1500, opportunamente restaurata, è adibita a biblioteca comunale. La parte finale del film mostra gli oggetti di una mostra dei manufatti: tessitura, tapeti, tende copriletti, oggetti in ferro battuto, trachite, pani e dolci tradizionali. La trachite, lavorata in loco, è una delle risorse fondamentali del paese. Alcuni scalpellino sono ancora in attività ed è previsto anche un concorso per sculture, che si tiene ogni anno. E' dalla pietra, cita la voce fuori campo, che tutto dipende e origina.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Societą Umanitaria - Cineteca Sarda