Il Campidano di Cagliari e di Oristano

La Sardegna è descritta come una terra sfortunata: la pianura campidanese potrebbe essere fertile, ma è senz'acqua, e il resto è territorio montuoso e di difficile sfruttamento economico e produttivo. Il film è costruito intorno al probelam delal crisi idrica nell'isola.

Il viaggio del giornalista Rai e del suo accompagnatore inizia da Las Plassas per poi proseguire verso zone più interne, dove è sito un cantiere allestito per il raccoglimento dell'acqua, futura diga del Flumendosa. Le immagini e i commenti della voce fuori campo richiamano l'attenzione sulla galleria in costruzione, il cui scopo sarà portare l'acqua in eccedenza verso un'altra diga, quella del Mulargia. Collegate con il bacino di Flumineddu, le tre dighe gestiranno una capacità totale di 600.000.000 di metri cubi. In tal modo, verrà garantita l'acqua anche durante le annate secche che in Sardegna si alternano a quelle molto piovose. Dal bacino del Mulargia l'acqua avrà uno sbocco all'aperto presso Senorbì. Questo renderà possibile l'irrigazione, il convogliamento dell'acqua verso la centrale di Uvini, da qui a S. Miali e poi a Cagliari. La città potrà usufruire anche dell'acqua potabile. La voce fuori campo svela che il complesso di opere legate alla trasformazione del Campidano fu guardato con interesse perché avrebbe offerto la possibilità di uno sviluppo importante nell'economia del Mezzogiorno.

Diversamente da quello di Cagliari, nel 1958 il Campidano di Oristano è già irrigato da diversi anni dalle acque del Tirso. I risultati sono visibili: la coltura povera del grano è stata sostituita da carciofeti, orti e giardini. Inoltre, intorno ad Oristano sono state impiantate le risaie. L'idea è stata di un agricoltore lombardo che, intervistato dal giornalista, esprime un parere positivo sui soldi spesi nell'isola per l'irrigazione.

 

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda