Selargius terra di confine

Le immagini mostrano gli abitanti dello stagno di Molentargius, i fenicotteri rosa, le garzette, le gallinelle. Questo paradiso potrebbe essere una fonte di ricchezza per la cittadina, infatti, qualche imprenditore lungimirante ha apprestato in loco buone strutture ricettive, per i turisti e per gli studiosi. Del resto, i selargini hanno sempre conosciuto lo stagno come luogo di lavoro, nelle saline. Questi territori, vista la loro posizione favorevole, sono stati abitati già in epoca prenuragica e nuragica. La felice posizione di Selargius, tra la città di Cagliari e la campagna, ne ha fatto da sempre il deposito per le derrate alimentari provenienti dalla pianura del Campidano, da qui deriverebbe il suo nome romano di Cellarium. La vocazione contadina di Selargius è ancora viva, nell'abitato e nelle campagne si possono vedere piante di capperi e di mandorli, altra coltura di fondamentale importanza è la vite, da cui si producono ottimi vini. Le immagini mostrano alcuni lavori nei campi, la mietitura con le falci, le spighe vengono messe nei carri tirati dai buoi. Sono molto pregiati il pane e i dolci prodotti a Selargius, che sino a poco tempo fa venivano portati dalle donne nel capoluogo. Le case tipiche hanno al loro interno un cortile sempre fiorito, con un ampio spazio per la conservazione dei prodotti della campagna. Nelle lollas si può ritrovare l'antica anima di Selargius. Lo spirito contadino della cittadina emerge nelle sue tradizioni, all'inizio dell'anno nei falò propiziatori di San Giuliano e in quello di Sant'Antonio, nella chiesetta dedicata al santo si portano ceste di agrumi, dopo la benedizione, vengono conservati e una volta secchi, bruciati e ridotti in cenere, questa è utilizzata per curare diverse malattie. Due chiese che meritano una visita sono la chiesa campestre di San Lussorio e la chiesa di San Giuliano, dove viene celebrato il matrimonio selargino. Le immagini mostrano alcuni momenti di questo avvenimento. Molti gruppi folk partecipano alla cerimonia, allietata dal suono delle launeddas, dell'organetto e da canti e balli in piazza. Il film mostra alcuni passi dell'omelia in lingua sarda. I titoli di coda scorrono sulle immagini di un ballo del gruppo di Selargius, accompagnato dall'organetto.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda