Visiones de Sardigna (7ª puntata)

L'apertura del programma, interamente realizzato in lingua sarda, è dedicata a un progetto della Rai, che sulla base di un'idea di M. Piera Mossa, ha intrapreso un lavoro sugli archivi di Radio Sardegna. Nel 2003, nei locali del CIS, Romano Cannas (direttore della Rai di Cagliari), ha presentato i primi due risultati del progetto: un documentario in bianco e nero dello scrittore di Villacidro Giuseppe Dessì, uno dell'antropologo Mialinu Pira di Bitti. Il progetto, come mostrano le sequenze, è stato dedicato alla sua ideatrice, oramai deceduta. Il film a colori di Mialinu Pira, con l'intervista fatta al pastore bittese Liberi Mele, porta per la prima volta la lingua sarda in televisione. L'idea della Rai è trasporre 500 ore di registrazioni su nastri digitali. Il progetto, dice Romano Cannas, ha lo scopo di mostrare a tutti i sardi come erano. Questo punto è stato ribadito anche da Bachis Bandinu, che negli anni '70 collaborò con Pira per la realizzazione del suo documentario. Le inquadrature sulle foto in bianco e nero introducono il progetto a cui attualmente sta lavorando la Rai: il materiale di Marcello Serra e di Radio Sardegna. Dall'Archivio della Rai a quello della Cineteca Sarda, dove è custodito un documentario sul Carnevale mamoiadino, filmato dalle telecamere dell'ESIT negli anni '50. Di esso, "Visiones de Sardigna" mostra le immagini. Diversamente da oggi, all'epoca, sos isocatores avevano una maschera di panno. Immezzo al pubblico si riconosce Francesco Masala, scrittore che ha tentato di penetrare il mistero delle maschere del Carnevale di Mamoiada. Tra coloro che l'hanno studiato, Salvatore Cambosu e Giovanni Lilliu. Il primo afferma che quello de sos mamutones e de sos isocatores sia un Carnevale di tristezza più che d'allegria. Lilliu ritiene invece che mamutones e isocatores rappresentino gli spiriti dei morti venuti alla luce. Il documentario mostra le sequenze di un'intervista a Ruggero Mameli, artigiano di Mamoiada che si occupa della fabbricazione delle maschere del Carnevale. Essa è stata realizzata nel 1999. Dalla provincia di Nuoro a Santulussurgiu, dove per Carnevale si corre Sa Carrela 'e Nanti. Qui cavalli e cavalieri sono i veri protagonisti della festa. Essa, ha affermato Antonio Cossu in un'intervista rilasciata nel 1999, è una festa di tutta la gente. Tuttavia, a Santulussurgiu ciò che veramente conta non è la corsa sul cavallo, quanto il fatto di correre con una certa eleganza, mostrando di saper domare l'animale. I cavalieri sono in costume, questo dà colore alla manifestazione carnascialesca, che nel paese è anche una prova di balentìa. Rispetto ai tempi passati Sa Carrela 'e Nanti non ha subito grandi cambiamenti. Il servizio di chiusura è dedicato all'insegnamento della lingua sarda nelle scuole dell'isola. Nel 2003, ad Arborea si è tenuto un convegno al riguardo. Sebbene la legge 26 abbia infatti dato il via all'insegnamento del sardo nelle scuole, molte sono ancora le questioni da risolvere. Le interviste a Beniamino Scarpa, Salvatore Casula e Francesco Casula ribadiscono l'importanza del provvedimento.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda