Visiones de Sardigna (5ª puntata)

Il documentario in lingua sarda è presentato da Cagliari. In apertura, il servizio sul film girato in Sardegna da un regista di Benettutti, Piero Sanna. Carabiniere in pensione, egli si presenta nelle sale col suo primo lungometraggio, un lavoro durato cinque anni, che ha per titolo "La Destinazione". L'idea del film, racconta il Sanna, intervistato ai microfoni di "Visiones de Sardigna", è nata da un dialogo intrapreso con dei ragazzi di Orgosolo, dai quali è emerso il disagio nei confronti della terra sarda, che poco offre, in ambito lavorativo, a chi ha studiato. La storia del film, di cui sono proposte alcune sequenze, è quella di un carabiniere di Rimini, Emilio, che viene in Sardegna a prestare servizio. Egli capisce subito che qui il lavoro sarà pesante. Il giovane è affascinato dall'ambiente dell'isola, ma non capisce la mentalità della gente, che non crede nella giustizia di chi indossa la divisa. La lingua sarda, parlata nella fiction, sembra la più naturale, sottolinea il regista, perché la più adatta all'espressione dei disagi e delle emozioni dei sardi. Per lo stesso motivo, la scelta degli attori si è orientata soprattutto agli abitanti dei paesi, attori non professionisti dunque. Tra questi, Raffaele Ballore, Antonio Moro, Sebastiano Brotzu, Salvatore Mele (che aveva undici anni quando ha iniziato a girare il film), dei quali ci viene proposta l'intervista. Nel film compaiono anche sos mamutones. Il 98% dei partecipanti, dice il Ballore, sono mamoiadini, gente che ha il teatro nel sangue. Non sono mancati però i contributi degli abitanti di Orgosolo e di quelli di Benettutti. Dalla piazza della chiesa di Sant'Efisio a Cagliari, il conduttore di "Visiones de Sardigna" presenta la sezione del documentario dedicata a Sant'Efisio, martire glorioso, come lo chiamano i cagliaritani. Essi credono che il santo abbia vinto la peste nel XVII sec., abbia fatto in modo che i sardi avessero ragione sui francesi nel XVIII, abbia ascoltato la preghiera dei cagliaritani durante i bombardamenti del '43. Il documentario mostra le immagini della città di Cagliari 'vestita a festa' in occasione dei festeggiamenti per il santo, il 1 maggio di ogni anno. Nell'intervista a Ignazio Costantino, presidente della Confraternita di Sant'Efisio, emerge che la stessa Confraternita lavora tutto l'anno per il santo, non solo quindi in occasione del corteo. Egli afferma che la festa vera e propria comincia quando il simulacro di Efisio arriva a su Ponti 'e sa Scaffa, lì si vede la commozione della gente, la vera e propria devozione verso il santo. Il servizio mostra una fotografia in bianco e nero della processione del 1943. La statua del martire venne infatti accompagnata in corteo anche durante i bombardamenti sul capoluogo sardo. Infine sono proposti alcuni momenti della processione del 1 maggio: la sfilata de is tracas, quella dei cavalli, i devoti in costume. L'ultima parte del documentario è dedicata alla fotografia, quella di Leonard Sussman, fotografo americano che ha immortalato le parti più belle della Sardegna. Ciò che lo ha meravigliato di più dell'isola è la sua luce, piena di crudeltà. Le foto, in bianco e nero, proposte nel documentario, hanno contribuito alla realizzazione di un libro. Dietro ogni immagine, versi di poeti grandi e piccoli.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda