Visiones de Sardigna (1ª puntata)

Il filmato è la prima puntata di un programma interamente realizzato in lingua sarda. Essa è presentata all'interno dei locali della Cineteca Sarda di Cagliari, dove si conserva parte della memoria storica della Sardegna. In questi stessi locali si svolge l'intervista a Giuseppe Pilleri, il quale spiega che il lavoro della Cineteca è ‘cercare', per poi ‘conservare' e ‘divulgare' documenti visivi sulla Sardegna. Le prime immagini in movimento conservate dall'istituto risalgono al 1898 e riprendono la visita dei Savoia nell'isola (il film ne mostra alcune sequenze). L'intervista ci porta a conoscenza della presentazione, fatta a Seneghe, di un documento del 1957 rappresentante il ballo seneghese, su ballu a cuntrattu. La presentazione è organizzata dall'Associazione Seneghese Perda Sonadora, che è riuscita a restituire il sonoro al film. Questo, realizzato a colori, riprende, come mostrano le sequenze, ragazzi e ragazze che, vestiti in costume, seguendo le tradizioni del paese, ballano su ballu a cuntrattu e a sonettu. Il video fu girato dall'E.S.I.T., l'Ente Regionale per il Turismo. L'idea era realizzare documentari in tutta l'isola per poi divulgarli nella penisola e all'estero. Nell'intervista a Salvatore Cubeddu, sindaco di Seneghe, si sottolinea l'importanza della riscoperta del documento, così come dei balli, organizzati dal paese in occasione delle feste. I seneghesi hanno infatti il ballo sardo nel sangue. L'odierna piazza Mannu, sa partza de sos ballos, è un luogo che ancora oggi conserva parte importante dell'identità del paese. Tutto ciò, dichiara il suonatore Pietro Madau, sebbene siano cambiate molte cose, poiché i ragazzi del passato erano più fedeli alla tradizione. Accanto al ballo riveste importanza notevole anche su cantu a cuntrattu, di cui il documento ritrovato mostra un esempio, quello de su cuntrattu de Bullitta, importante cantore seneghese. La seconda parte della puntata è dedicata alla mostra fotografica di Franco Pinna allestita a Mamoiada e avente per oggetto le maschere (viseras) del Carnevale mamoiadino. Mentre scorrono le immagini delle fotografie in bianco e nero, si dà un quadro sintetico sulla vita del celebre fotografo, nato a La Maddalena nel 1925 e morto a Roma nel '78. Franco Pinna ha capito, dice Gianluigi Paffi della cooperativa Viseras di Mamoiada, promotrice dell'iniziativa, l'importanza dei mamutones e degli issocatores per i mamoiadini. Le foto, realizzate negli anni '60, hanno avuto un riscontro positivo da parte del pubblico dei visitatori. Da Mamoiada il viaggio prosegue a Sarule, dove oggetto del documentario diviene sa burra, prodotto sardo tra i più conosciuti all'estero. L'arte del confezionare questo tappeto vanta una tradizione famigliare femminile. Questo è quanto dice Speranza Ladu, maestra tessitrice intervistata dai microfoni di Visiones de Sardigna. La donna si sofferma sull'importanza dell'insegnamento di quest'arte e descrive, brevemente, le figure caratteristiche de sa burra. L'ultima parte della puntata è dedicata ai riti della Settimana Santa e della Pasqua. Mentre scorrono immagini del venerdì santo e della domenica di Resurrezione, la voce fuori campo commenta i riti de s'Iscaravamentu e de s'Incontru. A differenza di quest'ultimo, il primo ha conosciuto anni di dimenticanza e solo recentemente è tornato in uso.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda