Sotto il maestrale

Un'antica leggenda vuole che siano state le forti raffiche di maestrale a spianare la piana che dal Golfo di Oristano va a quello di Cagliari. Qui le campagne del Campidano sono fertili e ricche di una flora rara. Nella zona dell'Oristanese l'acqua padroneggia la pianura e i rilievi. Il limo del Tirso ha reso fertili i terreni insieme ai materiali vulcanici provenienti dagli affluenti delle montagne. Dalla foce del fiume si estende a raggiera una delle più ricche zone umide dell'Europa. Qui, gli stagni di Cabras, di S.Giusta, di Mistras formano un ecosistema complesso in cui acque dolci si mescolano e si alternano a quelle salate e salmastre. Gli stagni sono inoltre molto pescosi. A S.Giusta is fassois, piccole imbarcazioni di giunchi legati tra loro, sono simili a quelle usate sulle rive del Nilo o sul lago Titicaca. Tra le specialità culinarie a base di pesce vi sono sa merca e sa bottarga. A S.Giovanni, sulla penisola del Sinis, esistono ancora le abitazioni di falasco realizzate dai pescatori e mostrate nelle immagini del documentario. Sul promontorio è inoltre possibile visitare uno dei più importanti siti archeologici della Sardegna: Tharros. La città, fondata dai fenici, fu poi punica, infine romana. I suoi abitanti si trasferirono verso l'anno 1000 nel territorio di Aristanis, l'attuale Oristano. Nelle vicinanze di S.Caterina di Pittinurri sono site le rovine di Cornus, città cartaginese distrutta dai romani durante la II guerra punica. I vincitori lasciarono importanti testimonianze sulle rive del Tirso a Forum Traiani, attuale Fordongianus, dove, sfruttando le sorgenti calde, furono realizzate le terme. Le popolazioni autoctone produssero invece le torri nuragiche, un esempio delle quali è il nuraghe Losa di Abbasanta. Nelle campagne di Paulilatino si apre invece il Pozzo di S.Cristina, testimonianza del culto dell'acqua. Le domus de janas di Ardauli sono invece sepolture di origine prenuragica. Il Montiferru, presentato nelle prime immagini, è un complesso montuoso scaturito dall'erosione di un antico sistema vulcanico. Nell'alto Oristanese, nel parco di Neoneli, è stato recentemente reintrodotto il daino, scomparso negli anni '50. Anche il monte Arci è un microcosmo di grande interesse naturalistico, la cui fauna è estremamente varia. Il mare è uno dei simboli della zona. Il filmato documenta la varietà delle coste: le rocce basaltiche di Porto Alabe, la spiaggia di Torre del Pozzo, quella di S.Caterina di Pittinurri, il tunnel di Sarchittu, le alte arenarie del Capo Mannu, Putzu Idu, il lungo deserto di sabbia di Is Arenas. La provincia di Oristano offre dei begli esempi d'architettura sacra. Tra questi la voce fuori campo sofferma la sua attenzione sulla chiesetta di S.Salvatore, sovrastante un tempio ipogeico parzialmente scavato nell'arenaria fin dall'epoca nuragica, ma recante anche interventi romani e paleocristiani. Importante anche la chiesa di S.Giusta del XII sec. nell'omonimo paese. Dello stesso periodo, a Bonarcado, il santuario della Madonna di Bonacattu sorge vicino alla chiesa di S.Maria. Ad Ales la cattedrale fu edificata in forme barocche, mentre il santuario di S.Antine di Sedilo fu costruito nel 1789. Qui ogni anno si svolge l'Ardia, che ricorda la vittoria di Costantino su Massenzio nel Ponte Milvio. Santulussurgiu è invece il paese della cavalcata carnevalesca denominata Sa Carrela 'e Nanti. Ad Oristano la Sartiglia, gara equestre che ha origine da una giostra medioevale saracena, ha origine con la vestizione de su componidori. La cavalcata è organizzata per Carnevale. Nel capoluogo si respira un'atmosfera medievale. Di quell'epoca sono la torre di Mariano II, costruita nel XII sec., e quella di Portixedda, posta a controllo dell'accesso della città. La provincia d'Oristano ha una viva tradizione artigianale. Essa si esprime nella lavorazione dei tappeti, nella cestineria di S.Vero Milis, nella ceramica di Oristano e Cabras, nella produzione de is arresoias di Santulussurgiu.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda