Nulvi - Sos Candaleris 1996

Nulvi (SS) è un piccolo paese dell'Anglona, con una storia antica e ricco di opere d'arte, in particolare sono numerose le chiese erette in onore della madonna: la Chiesa di Santa Tecla che venera la Madonna del Rimedio, la Chiesa della Madonna del Rosario, la Chiesa di San Bonaventura dove si festeggia l'Immacolata Concezione, infine la parrocchia di Nulvi dedicata alla Beata Vergine Assunta. Edificata prima del 1300 e restaurata nel 1795, in questa chiesa il 14 agosto vengono portati in processione, dalla chiesetta di San Filippo, i tre candelieri. Offerti in dono alla Vergine dalle tre corporazione di Nulvi: sos messaios, sos pastores, sos mastros. Ogni candeliere è decorato in maniera diversa, ma tutti hanno una forma a tabernacola, una base in legno finemente lavorata, una decorazione di disegni e bandiere. La sera del 14 agosto i candelieri vengono benedetti ed inizia la processione. I tre candelieri vengono trasportati in spalle da più uomini, ogni candeliere pesa infatti 8 quintali, a questo si aggiunge la difficoltà a percorrere le strade del paese, spesso tortuose e strette; per questa ragione il candeliere viene portato in posizione sia eretta sia orizzontale, nel tragitto sono previste due tappe di sosta. I devoti sono guidati da un capo che segna il passo e incita il gruppo ad acclamare Maria, alla fine della processioni ci sono i tre obrieri a cavallo. Una volta giunti alla chiesa dell'Assunta i candelieri entra uno alla volta e vengono messi in cerchio ed in mezzo la statua della Madonna Dormiente, le operazione si concludono con un fragoroso applauso. La festa continua con l'arrivo di dodici uomini dalla chiesa di Santa Croce, che rappresentano i Dodici Apostoli. Per otto giorni faranno questo tragitto guidati da un angioletto, si inginocchieranno davanti alla Madonna Dormiente come prevede il rito de s'apostuladu. L'ultimo giorno San Paolo spaccherà la palma datagli in dono da San Giovanni e i candelieri verranno riportati nella chiesetta di San Filippo, dove verranno conservati intatti fino all'anno successivo. La voce fuori campo illustra le fasi della festa, ma lascia molto spazio agli avvenimenti in presa diretta, senza commento solo le voci dei partecipanti al rito o una musica di accompagnamento. La festa viene raccontato come un momento di unità per l'intera comunità compresi gli emigrati come viene detto dalla poesie lette all'inizio e alla fine del documentario.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda