La chiamerò Eleonora
Il film, dramma storico in due atti su Eleonora D'Arborea, giudicessa di Sardegna, racconta la storia della principessa medioevale, attraverso le sue parole, le parole degli abitanti del palazzo e del popolo. Il saggio cieco Gonario chiede alla sorella Giacomina di recarsi nel castello di Eleonora, per proteggerla dalla guerra. L'altro fratello, Miale, è una guardia del corpo della regina. Miale promette a Gonario di fargli conoscere Eleonora, lui dice che le darà del tu "la chiamerò Eleonora". Il fratello di Eleonora, Ugone III, è stato ucciso. Eleonora si confida con padre Leonardo prima di diventare regina. Il confessore l'incoraggia, ricordandole che suo padre, Mariano IV, è stato un grande giudice, lei deve guardare lontano e lottare, nonostante sia un momento difficile, per unire il popolo sardo, come desiderava il padre. Eleonora, come suo primo atto da giudicessa, non aumenta le tasse, ma seguendo la guida del padre, dà terre al popolo e stabilisce che ognuno pagherà in base alle proprie possibilità. Brancaleone Doria, marito d'Eleonora, è stato trattenuto in Spagna da re Pietro D'Aragona. Il saggio parla del dolore di Eleonora, costretta a decidere tra la dignità del suo popolo e l'amore per il marito. Dopo due anni di prigionia, si prepara un piano, destinato al fallimento, per la fuga del prigioniero da Cagliari. La guerra continua. Le idee liberali e progressiste di Eleonora si codificano nella Carta De Logu. Il figlio Federico muore di peste. Il 24 gennaio 1388 si firma una pace ingiusta con gli aragonesi: i sardi sono costretti a cedere città e terre un tempo libere. Brancaleone ritorna a casa. La pace rubata non può durare, l'uomo chiede al popolo d'impegnarsi nella guerra contro gli aragonesi. Eleonora prega che il vento e l'acqua allontanino la peste dalla sua terra. La giudicessa morta parla con il padre, che le rivela che, paragonato a lei, è stato un piccolo uomo, un piccolo re. Il cieco Gonario si reca al castello, ma Eleonora è già morta, senza che lui l'abbia conosciuta. Il saggio incita il popolo: Eleonora è viva, ha indicato un cammino, è ora che il popolo sardo lo segua.