Un Anno ad Azzanidò

Ispirato ad una storia vera, il film racconta con toni delicati e poetici l'anno d'insegnamento trascorso nel '56 ad Azzanidò, un piccolissimo paese vicino ad Olbia, da una giovane maestra elementare. La voce narrante è quella della stessa maestra, ormai in pensione. Accolta con una grande festa, l'insegnante inizia la sua attività didattica con una pluriclasse composta da bambini e bambine dai sei ai tredici anni. È affiancata nella sua attività da Giuseppe, un pastore che la sostiene e fa per lei da interprete della lingua (inizialmente i bambini parlano solo in sardo) e della cultura locale. Inizia così un vero e proprio scambio culturale, nel quale la maestra impara a conoscere una realtà del tutto diversa dalla sua e insieme ad insegnare, a partire dalla realtà concreta e non da teorie pedagogiche avulse dalla realtà. Si trova così a precorrere nei fatti le nuove idee della pedagogia contemporanea, e riesce a non perdere, come le altre maestre, Costantino, un alunno che frequenta la scuola in modo discontinuo per badare al gregge. Quando una parte delle ore scolastiche è dedicata alla ristrutturazione della scuola e al suo abbellimento, il ragazzo viene coinvolto nei lavori grazie al suo talento nell'intagliare il legno: è l'inizio della sua integrazione nella scuola. Anche Giuseppe, il pastore, impara da adulto a leggere e scrivere, frequentando le lezioni. La fine dell'anno scolastico coincide, per la maestra e per gli studenti, con la consapevolezza di una magia che non si ripeterà.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda