Occhi d'acqua (Les yeux d'eaux)

Gli occhi azzurri di una giovane donna, in primo piano, riportano al colore del mare e sono profondi come i suoi fondali: «i miei occhi sono l'oceano». Nelle parole della voce fuori campo e nelle immagini viene proposto un parallelismo tra donna e mare, entrambi datori di vita.

Il mare compare anche nel caos degli edifici e delle strade di città: le finestre di un palazzo, il vetro di un'automobile, le insegne stradali, il cielo all'orizzonte si trasformano in fondali marini pieni di pesci, con una tecnica documentaristica che non descrive, ma interpreta il rapporto tra il mare e le città: le immagini realistiche del traffico quotidiano sono così rese surreali dai squarci di mare che si aprono al loro interno.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda