La Voce di un luogo (il parco di Porto Conte)
Talvolta, gli interventi sconsiderati dell'uomo sull'ambiente, rischiano di mettere a repentaglio delicati equilibri il cui sovvertimento può rivelarsi irreversibile. Bisogna quindi attivarsi per intervenire in modo mirato ed oculato, soprattutto quando ci si muove in zone particolarmente vulnerabili da un punto di vista storico naturalistico, come quei posti lungo la costa di Alghero. Qui infatti, oltre alla cittadina catalana, e all'area agricola di Fertilia -bonificata nel 1936 per volontà del Regime fascista e destinata ad accogliere l'aeroporto omonimo- troviamo lo stagno del Calic, il lago naturale di Baratz, le falesie di Punta Giglio e Punta Cristallo, le grotte marine, gli insediamenti archeologici di Anghelu Ruju e Palmavera, la splendida Baia di Porto Conte. L'accresciuta sensibilità ecologica ha, negli ultimi decenni, favorito la nascita di riserve marine come quella di Capo Caccia e dell'Isola Piana, anche se buona parte dei provvedimenti di salvaguardia sono rimasti disattesi. Lo scontro con interessi amministrativi ed economici ha infatti portato a un rallentamento degli interventi, consentendo uno sviluppo urbanistico eccessivo e poco controllato oltre ad un'indiscriminata fruizione del territorio marino e costiero. Eppure, basterebbe poco per recuperare parte delle aree compromesse, valorizzando attraverso un accurato piano organico ciò che il territorio può offrire. Ai percorsi guidati di tipo botanico, speleologico, subacqueo, faunistico, si potrebbero affiancare attività agrituristiche in cui conciliare itinerari gastronomici, archeologici e naturalistici. Particolare attenzione andrebbe data all'opera di ripopolamento delle specie minacciate di estinzione, mentre un attento servizio di vigilanza dovrebbe tutelare la vegetazione marina che ricopre i fondali di Porto Conte, regolando gli ancoraggi delle imbarcazioni da diporto. Tutto ciò nel rispetto dell'ambiente e di un patrimonio collettivo da salvaguardare.