La Storia nel baule

Il documentario, dopo aver riportato una frase di Piero Calamandrei, si apre con una breve fiction. Una voce fuori campo racconta di come il 12 novembre 1922 i gruppi sardisti si organizzarono per sventare una prevista occupazione della sede del Partito Sardo d'Azione da parte dei fascisti provenienti da Cagliari, contrapponendo fotografie dell' epoca con scenari cittadini contemporanei. Il nucleo centrale del filmato è costituito dalle testimonianze, alcune delle quali in sardo, di uomini e donne appartenenti al movimento antifascista di Monserrato e dintorni. Dai loro racconti emerge la dura realtà di quegli anni: la paura della guerra, gli scontri con i gruppi fascisti, gli arresti, la caduta del regime, l'annuncio dell'arresto di Mussolini (25 luglio) via radio, i bombardamenti nel centro di Cagliari, la nascita del Comitato Antifascista di Monserrato nel novembre del 1943, gli scioperi e il difficile ruolo delle donne. Tutto è reso ancora più chiaro dall'inserimento nel filmato di fotografie, immagini e testate giornalistiche dell'epoca. All'interno delle interviste si inserisce la figura di un uomo che narra la vita e gli episodi di due importanti personaggi legati all'antifascismo sardo: Antonio Tinti e Mario Corona, fondatori dell'Associazione Sardista Comunista nella seconda metà degli anni '30. Soffermandosi su questo ultimo attraverso la lettura di brani tratti dal suo romanzo memoriale, viene raccontato del lancio dei manifesti antifascisti dal cinema Olimpia di Cagliari e del suo arresto nel 1938. Alla fine del filmato, attraverso una breve fiction, vengono mostrati due bambini che aprono un baule, visto come il simbolo di una memoria storica che non va dimenticata.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda