Sardegna: un sogno magico nel cuore del Mediterraneo

Un mappamondo animato mostra la Sardegna, precedendo una serie di immagini di coste, montagne, nuraghi, pozzo sacro, Nora. La voce fuori campo traccia un profilo della storia antica sarda, facendo risalire i primi insediamenti umani a 6000 anni prima di Cristo. Attraverso una serie di vignette, gli invasori vengono visti come "turisti". I primi uomini provenivano da Corsica, Spagna, Africa. Le grotte neolitiche testimoniano il culto dei morti. Al 1500 a.C. risalgono i nuraghi. La forma della Sardegna è romboidale, e il suo nome deriverebbe da ichnos "piede", oppure da "sardus", o ancora da "sandaliotis", sandalo. I fenici sbarcarono nel 1000 a.C. e fondarono Nora, Cagliari e Tharros, a loro si sostituirono i punici nel 500. A partire dal 240 a.C., la Sardegna diventa romana grazie a tito Manlio Torquato. La storia dell'epoca è ricostruita in modo generale, passando dall'età giudicale, citando Eleonora D'Arborea, figlia Mariano, gli aragonesi e gli spagnoli fino ad arrivare ai Savoia, nel 1720. Da allora i sardi diventano "italiani" e solo dopo la II Guerra Mondiale godranno dell'autonomia. Al termine dell'excursus storico, ha inizio un itinerario che condurrà lo spettatore lungo tutta la Sardegna. Si parte da Cagliari, nel Golfo degli Angeli, della quale viene tracciato un profilo storico a partire dal 238 a.C. fino ad oggi, proseguendo per Villasimius, la Giara di Gesturi, l'Ogliastra, Orgosolo, Costa Smeralda, Porto Rotondo, La Maddalena, Isola dei Gabbiani, Santa Teresa, Stintino, Alghero. Delle località, diverse per paesaggi ed attrattive, viene tracciato un profilo storico geografico a naturalistico che ne evidenzia le caratteristiche più interessanti per l'eventuale visitatore. Anche l'artigianato è messo nel giusto risalto dal filmato, essendo visto come momento creativo. Le immagini mostrano scene di tessitura su telaio orizzontale, poi una serie di immagini di preparazione e cottura di piatti tipici: maialetti, agnelli, capretti, aragoste. Il consiglio finale degli autori è quello di cogliere gli apsetti più genuini della cultura locale prescindendo dagli itinerari ufficiali. Il film si conclude con immagini del tempio di Antas e di un vecchio in costume.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda