Sant'Antioco e Sirai. Roccaforti di Cartagine

Il documentario narra dei resti archeologici di Sant'Antioco e Sirai, che testimoniano la presenza sin dall'antichità di insediamenti umani nel territorio, e in particolare il culto dei morti ai tempi fenicio-punico e paleocristiano. La voce fuoricampo tratteggia le origini storiche dei luoghi tra immagini di paesaggi, particolari di reperti archeologici e cartine geografiche. Mette in evidenza l'importanza strategica dell'antica Sulci per il transito dei minerali provenienti dalle miniere del Sulcis-Iglesiente. Le testimonianze archeologiche, tra cui i nuraghi, le tombe dei giganti, le domus de janas e i betili attestano al 725 d.C. la fondazione di Sulci per opera dei fenici. La necropoli, ricoperta di vasi di terracotta, contiene ossa di bambini, ma non sacrificati. A essere sacrificati erano gli animali. All'interno del Museo Archeologico di Cagliari sono conservati vasi originali e stele funerarie. La necropoli punica ipogeica, consiste in una serie di tombe sotterranee solitamente a camera doppia. I defunti venivano sepolti in posizioni diverse, che danno ancora motivo di discussione e ipotesi. Immagini di reperti accompagnano la narrazione. Anche l'acropoli del monte Sirai era strategica per i cartaginesi. Una panoramica la descrive con sottofondo musicale senza commento. Uno dei misteri riguarda il simbolo di Tanith, presente in una colonna, e che appare rovesciato rispetto ai restanti reperti. A Sant'Antioco, sotto la chiesa del Martirium, sono presenti delle catacombe paleocristiane ricavate da sepolture ipogeiche puniche. Dalla chiesa si può accedere a quelle di Sant'Antioco e di S. Rosa. Nel sottosuolo si trova anche il presunto sarcofago del santo. Il documentario si chiude con la voce narrante che spiega come a Sant'Antioco si possano trovare i resti delle varie culture che vi si sono ritrovate: dalla preistoria ai fenici, cartaginesi, romani, paleocristiani, ebrei e in genere mediterranee.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda