La Musica dei ricordi

La storia della famiglia di Salvatore Delunas, pescatore di frodo con moglie e figli a carico, che abita con l'anziano padre, la cui pensione costituisce la prima fonte di reddito della famiglia, è il soggeto del film parlato prevalentemente in sardo campidanese (solo i politici, le guardie e il "mago" parlano in italiano). Salvatore pesca abusivamente nello stagno di Cabras interdetto ai pescatori. Con i pochi soldi guadagnati dalla vendita, ogni tanto si ubriaca al bar, dove sperpera quel poco che ha. La moglie, Bonaria, si preoccupa della famiglia e compra a credito presso i negoziante del luogo. È periodo di campagna elettorale e una Fiat 500 percorre le vie di Cabras invitando al voto per il Dott. Marchis, ma i due coniugi si disinteressano di politica. Il nonno, attratto da un sedicente mago, compra per cinquemila lire una pozione capace di far ricrescere i capelli e il desiderio sessuale. Bevuta la pozione l'anziano avverte il desiderio irrefrenabile di una donna e cerca di aggredire la nuora, che con un padellata in testa lo mette al tappeto. Al rientro Salvatore riesce a ricostruire l'accaduto e va alla ricerca del "mago". L'onorevole Dott. Marchis fa visita alla famiglia per sincerarsi delle loro condizioni. Durante una battuta di pesca abusiva, due pescatori vengono uccisi a bastonate dalle guardie che cercano di far rispettare il divieto di pesca. Salvatore si salva, e la moglie, col suo abito migliore, si reca dall'onorevole a chiedere lavoro per il marito in cambio del voto. Il segretario dell'onorevole, dopo averle assicurato un posto in un'impresa di pulizia per Salvatore, cerca di approfittare della moglie, ma colto sul fatto dalla moglie dell'onorevole viene licenziato. Salvatore ha un nuovo lavoro, ma una tragedia colpisce la famiglia: il nonno viene ucciso a bastonate da un commerciante di lumache di passaggio, che aveva visto i soldi nel suo portafogli. L'assassino riesce a scappare, ma Salvatore non si dà pace. Dopo un po' di tempo, lo stagno viene riaperto alla pesca per tutti, e Salvatore riprende il suo vecchio mestiere. Insieme alla moglie, porta dei fiori sulla tomba del padre. Un giorno il suono del flauto che possedeva il padre lo conduce alla tana dell'assassino, una porcilaia, in cui si nascondeva con la complicità del porcaro. I due hanno una colluttazione e alla fine l'assassino cade, batte la testa e muore. Salvatore ottiene il silenzio del porcaro che si disferà del corpo dandolo in pasto ai maiali.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda