Mare di Sardegna - 1ª parte

Si parte dalla costa di Cagliari e si arriva a quella di Olbia. A sud di Capo Sant'Elia, si possono trovare due relitti: un Dragamine americano affondato nel '45, dallo scafo ancora intatto, e il "Romagna", nave cisterna italiana affondata nel '43, entrambi affondati da mine vaganti. Al largo di Torre delle Stelle, invece, si trovano i relitti di tre unità navali italiane e una inglese. In tutti i relitti, i pesci hanno trovato dimora, e la vegetazione li ha usati come base. A Villasimius le spiagge sono bianche e la costa ricca di speroni rocciosi. Il faro dell'isola dei Cavoli, a Capo Carbonara, chiude il Golfo degli angeli e apre quello di Simìus. Nella prima settimana di luglio ha luogo la festa della Madonna del Naufrago, e una corona di fiori viene deposta sulla statua della Madonna posta a 10 metri di profondità, tra i pesci del fondale, saraghi, ricciole, gorgonie, castagnole rosa. Risalendo la costa verso Nord, si arriva alle volte calcaree e al porfido rosso tipico di Cala Gonone, e le spiagge di Cala Sisine, Cala Mariolu, Cala Luna. Cala Mariolu prende il nome dal termine napoletano "mariolo", ladrone, epiteto dato alla foca monaca. Le grotte, sotto il livello del mare, sono il rifugio di corvina e gamberi rossi. La foca Monaca, ormai scomparsa, aveva proprio in questa zona il suo rifugio e la grotta del Bue Marino deve proprio a lei il suo nome. Il viaggio termina all'isola di Tavolara, il più piccolo regno del mondo, che ospita Posidonia oceanica e numerose specie di pesci e tartarughe.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda