Logudoro - Meilogu. Viaggio nel tempo

Il film è un viaggio nel tempo e nella natura del Logudoro Meilogu, territorio situato nella provincia di Sassari. Il documentario si divide in tre parti, la prima descrive il territorio, la seconda la storia e l'ultima si occupa delle tradizioni, dell'economia e della cultura. Il toponimo Meilogu significa "in mezzo al giudicato", infatti, nell'XI secolo questo territorio era il centro nevralgico dell'antico giudicato di Torres. Il Meilogu si compone di quindici paesi: Banari, Bessude, Bonnanaro, Bonorva, Borutta, Cheremule, Cossoine, Giave, Mara, Padria, Pozzomaggiore, Semestene, Siligo, Thiesi, Torralba. Separati solo apparentemente, questi paesi sono diversi per la fisionomia dei loro tracciati urbani, ma uguali per il legame comune costituito dalla lingua, il logudorese, per le similitudini della vita sociale culturale ed economica. La Carlo Felice attraversa il suo territorio da nord a sud, ponendo i paesi in agevole collegamento. I paesi sono dislocati su altipiani o su versanti di monti non alti, molto raramente sono posti a valle. L'economia è a carattere agropastorale, l'attività si è radicata profondamente nella cultura e nella storia del territorio. Lo sviluppo del territorio deve avvenire attraverso la valorizzazione del patrimonio naturale, storico e architettonico, programmando, ad esempio, percorsi nei quali sia possibile gustare i prodotti tipici della gastronomia. Per quanto riguarda la storia, notevoli sono le testimonianze nuragiche, Sa Uca de Su Tintirriolu e la Grotta Filiestru, presso Mara, Sa Corona de Monte Majore a Thiesi, dove sono stati ritrovati oggetti di pietra e ossidiana, conservati nel Museo Sanna di Sassari. Altre testimonianze sono Sas Domus de Janas, le tombe rupestri, nelle leggende popolari abitazioni delle fate. Le più belle sono le tombe di S. Andrea Priu, presso Bonorva, con il toro di roccia, posto quasi a guardia delle sepolture. Dei molti nuraghi presenti nel territorio ricordiamo il Nuraghe Ruju di Pozzomaggiore e la Reggia Nuragica di Santu Antine presso Torralba, i cui reperti sono conservati presso il Museo Etnografico dello stesso paese. A Padria, l'antica Gurulis Vetus, sono stati ritrovati reperti d'età punico romana, sono presenti nel suo territorio i ponti romani Ulumu ed Ettori. La voce narrante prosegue l'excursus storico sino all'XI sec, con le testimonianze dell'epoca. Sono molte le chiese campestri risalenti a questo periodo, tra le quali la Chiesa di S. Nicolò di Trullas, presso Semestene. A Borutta troviamo l'esempio più importante di chiesa medievale in Sardegna, la Chiesa di San Pietro di Sorres, che conserva lo stile di Pisa e Pistoia, il suo impianto romanico arcaico risale alla seconda metà del XI secolo. Sono molte anche le testimonianze dell'architettura gotica, quali la Chiesa di San Giorgio a Pozzomaggiore e N. S. di Bonuighinu, presso Mara, che sorge in un luogo di culto preistorico, la cui forma attuale risale al 1797. Nel 1970 si istituisce presso la Chiesa di San Benedetto di Sorres il laboratorio per il restauro del libro, che con la sua minuziosa e infaticabile opera restituisce la memoria storica del territorio. A Thiesi è possibile visitare le prigioni dove fu detenuto Giovanni Maria Angioi, uno dei fautori della rivolta contro i feudatari, che proprio da questo territorio nacque nel 1795. Nei paesi è ancora vivo l'artigianato tessile e le tradizioni, i riti antichi e le feste, quali la festa di San Costantino a Pozzomaggiore, con la corsa dei cavalli, chiamata ardia, e la benedizione delle bandiere con il grano.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda