Sacre rappresentazioni in Sardegna

Il film propone un viaggio attraverso i diversi riti della Settimana Santa in Sardegna, con le spiegazioni del teologo Don Renato Iori e dell'etnomusicologo don Giovanni Dore. Le telecamere seguono le funzioni di Monti ed Olbia, nella provincia di Sassari, di Tadasuni, nella provincia di Oristano e di Iglesias, nella provincia di Cagliari. La copertina della videocassetta riporta il significato della Pasqua nell'isola, letto dallo speaker all'inizio del film. L'uomo ha sentito da sempre l'esigenza di stabilire dei momenti particolari, che nel succedersi delle stagioni, segnino concretamente e simbolicamente il rigenerarsi della natura. La Settimana Santa assicura la rigenerazione periodica della primavera. I riti in Sardegna hanno un carattere spettacolare, per colpire l'immaginario popolare e avvicinarlo alla fede religiosa. In molti centri dell'isola, gli avvenimenti della Settimana Santa sono ricordati e rievocati attraverso liturgie e rappresentazioni di carattere teatrale. I momenti più suggestivi sono la via crucis e s'iscravementu. Caratteristico di tutte le funzioni pasquali è il suono sordo e continuo de sas matracas, anticamente, il popolo batteva le mani e i piedi, spiega Dore, che, probabilmente, si voleva rievocare il terremoto, o cacciare gli spiriti malvagi, ma, quasi certamente, il chiasso rievocava il rumore fatto dal popolo, quando si portò Gesù Cristo da Pilato. Le rievocazioni, anticamente, erano fatte in lingua sarda, ora in molti paesi si è persa la memoria della liturgia. Le immagini mostrano s'iscravamentu di Monti, la statua di Gesù Cristo viene deposta dalla croce e portata in processione. I canti esprimono la mestizia. La domenica la processione è multiple e si conclude con l'incontro di Gesù Cristo e della Madonna. La processione della sera del venerdì di Iglesias, d'impronta spagnola, ha una tradizione secolare, è organizzata dall'Arciconfraternita del Santo Monte. Si rappresenta il funerale di Cristo, con un corteo ispirato ai vecchi funerali dell'Oriente, con diverse figure che simboleggiano i personaggi della passione. Bambini e adulti indossano il saio bianco de is Baballotis, gli alti cappucci sono portati dai Germani, quello più piccolo è indossato da is Baballotis. I figuranti si coprono il volto per negare la propria personalità. Il tamburo e sas matracas suonano la colonna sonora della processione.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda