Sardegna da scoprire: da Capo Pecora al Golfo di Palmas

La zona sud-occidentale della Sardegna fa capo a Iglesias, l'antica Villa di Chiesa, che fin dai tempi antichi fu sfruttata per la sua ricchezza. Oggi, chiuse le miniere, la zona desta un grande interesse ambientale. Le immagini mostrano boschi, chiese e il tempio di Antas. Il viaggio che il film ci propone comincia da Capo Pecora, a 30 km da Iglesias, al confine con le dune di Ingurtosu e Arbus. Da notare "is mumullonis", rocce nude risalenti a 300 milioni di anni fa. Verso sud si incontra Portixeddu. Nei boschi dei dintorni crescono lentisco, ginepro, quercia e pino domestico. La costa procede quindi verso Buggerru, un tempo importante centro minerario. Il villaggio di Lanu Sartu, abbandonato, è un tipico esempio di villaggio minerario. Il litorale di Iglesias presenta zone di grande interesse come Cala Domestica, Portu Sciusciau e le grotte sottomarine delle Delle Dolmie. A Punta naschetta è possibile trovare dentici, ricciole, spigole e occhiate. Nella grotta di Canal Grande, antichissima, il La Marmora scoprì fossili di trilobiti di 600 milioni di anni fa, in seguito studiati anche dal Borneman e dallo Zoppi. Il viaggio prosegue con una sosta nelle zone minerarie della costa, Masua, Nebida, le immagini mostrano Porto Flavia, costruita nel 1924 per immagazzinare quantitativi ingenti di minerali, di fronte all'isolotto di Pan di Zucchero. Proseguendo verso occidente, attraverso Funtanamare, il villaggio nuragico di Seruci e la fortezza fenicio-punica di Monte Sirai, si raggiunge la costa di Portoscuso. Le immagini, in bianco e nero, mostrano la mattanza (pesca del tonno) carlofortina. Portoscuso nasce nel XVII secolo con la tonnara e ha subito nel XX secolo un grande sviluppo demografico. S. Antioco è raggiungibile via mare o via terra attraverso un istmo di origine punica. La fauna della zona è costituita da folaghe, anatra selvatica, airone, gazzetta, vocetta, airone rosso. I fenicotteri si possono trovare nello stagno di Santa Caterina. Sant'Antioco, l'antica Sulci, è notevole anche dal punto di vista archeologico, la voce fuori campo parla dei sacrifici umani dei cartaginesi sul Tofet. La chiesa di S. Antioco, del 1102, è costruita su una precedente chiesa paleocristiana, luogo di martirio del santo. Accanto alla fortezza settecentesca, si trova l'Antiquarium. Il porto, costruito nel 1936 e in precedenza utilizzato per il carico dei minerali, ora è utilizzato speciamlente per la pesca. La panoramica prosegue con cala Maladroxia, l'ambiente è costituito da basalti, trachiti e andesiti, la flora da ginepro fenicio, euforbia, olivastro, ginestra e palme nane, mentre la fauna vede la presenza di lepri, conigli e uccelli rari come la folaga e la berta. La zona di Monte del Semaforo, a 186 metri s.l.m, da restaurare, rappresenta una riserva naturale di fatto, per le specie che vi sono presenti: falco pellegrino, falco della regina, uccello delle tempeste. L'esplorazione della zona porta a Nido dei passeri, tra Mangiabarche e Calasetta, con le sue spiagge rinomate zone balneari, e, dopo punta Manca, a Calasetta. Cittadina costruita da coloni liguri nel 1796, si parla un dialetto genovese. La sua torre settecentesca è stata riadattata a museo. La spiaggia principale è quella di Sottotorre. Dal molo a est si raggiunge S. Pietro, così chiamata perché secondo la tradizione l'apostolo Pietro vi avrebbe sostato per una notte. Luogo di esportazione, era la prima tappa del viaggio in nave da Porto Flavia. Infine Carloforte, fondata nel 1736 da Carlo Emanuele II. La sua origine non sarda è evidente ancora oggi nel dialetto, nella costruzione delle vie, nelle architetture. La voce fuori campo illustra alcune delle sue chiese, e la Madonna del Naufrago, lignea, adorata dagli schiavi. Dal punto di vista naturalistico, Carloforte è una perla dell'arcipelago sulcitano. Una carrellata delle sue coste conduce lo spettarore attraverso le Colonne, la Mezzaluna, La Caletta, Cala dello Spalmatore, Cala Fico, Cala Vinagra. Punta al Giro di Boa presenta resti di tonnara. Il film si chiude con alcune considerazioni sulla cessazione delle attività industriali.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda