Il Racconto delle montagne

Il documentario mostra dei possibili itinerari per conoscere meglio la provincia di Nuoro. Il film si apre con le immagini del Gennargentu. La zona più selvaggia è il Supramonte, con i paesi di Oliena, Orgosolo, Dorgali, Baunei e Urzulei, ben attrezzati con le strutture di ricezione turistica; Gavoi, dalle case costruite in legno e pietra e Oliena, ridente centro montano ai piedi del Supramonte. La zona è ricca di testimonianze nuragiche: il menhir di Gavoi, le domus de janas di Dorgali, la fonte sacra de su Tempiesu, a Orune; i nuraghi meglio conservati sono il nuraghe di Santa Barbara a Silanus, Orolo a Bortigali, Santa Barbara a Macomer, il nuraghe Arrubiu di Orroli, Serra Orrios di Dorgali. Nel monte Tiscali, dentro una cavità carsica, le popolazioni nuragiche costruirono un complesso di capanne, l'omonimo villaggio nuragico. Secondo uno studio che riguarda la località, questo fu l'ultimo baluardo, forse mai espugnato, della resistenza delle popolazioni sarde alla conquista romana. Il territorio è ricco di foreste e di fiumi sotterranei, che a volte ritornano alla luce, come nella spettacolare sorgente carsica de Su Cologone. I tre centri più importanti della costa orientale sono Orosei, Cala Gonone e Arbatax, con le spiagge di Cala Fuili, Cala Sisine e Cala Mariolu, le grotte del Bue Marino. Altri centri sulla costa sono Siniscola, San Teodoro e Orosei. Unico sbocco al mare ad Occidente è Capo Marrargiu, tra Bosa e Alghero. Bosa è famosa per la produzione delle nasse e del pregiato filet a punto croce, la tecnica è la stessa dell'intreccio delle reti da pesca. Le attrattive storico-paesaggistiche sono il castello di Malaspina, del 1112, e il borgo medievale de Sa Costa. Fuori dall'abitato, nel primo insediamento, chiamato Calmedia, c'è la Chiesa di San Pietro extra muros. Molte le Chiese presenti nelle campagne del nuorese. Tra queste, il film ricorda l'antica sede vescovile di Ottana, la Cattedrale di San Nicolò, del 1100, la Chiesetta romanico pisana di San Pietro a Onanì, San Giovanni Battista a Orotelli del 1200; la Chiesa di San Lorenzo e la Chiesa di Santa Sabina, o Sarbana, del 1100, a Silanus; il Santuario di Nostra Signora di Gonare a Orani, la Chiesa di San Pietro a Baunei, del 1700. La cultura barbaricina è una delle più resistenti alle infiltrazioni esterne. Arzana, paese dell'interno, offre un suggestivo spettacolo, gli allevatori del luogo hanno conservato l'antica tradizione di chiamare per nome la capra prima di dargli il capretto per la lattazione. Le immagini mostrano gli antichi riti della trebbiatura, con i gesti propiziatori della benedizione con il grano. Ad Aritzo alla fine di Ottobre si tiene la sagra delle castagne e il rodeo, il cavallo è attore fondamentale anche a Fonni, nel palio del primo agosto. I cavalli, forse importati in Sardegna dai fenici, vivono in completa libertà nella Giara di Gesturi. Il carnevale barbaricino è rappresentato dalle sue antiche maschere vestite con la mastruca, campanacci e l'arcaica maschera lignea: i mamutones di Mamoiada, accompagnati dagli issocadores; i merdules di Ottana e le maschere zoomorfe dei boes. A Silanus si tiene bandelas, dove sfilano maschere e costumi folkloristici. A Nuoro si tiene la Sagra del Redentore e si può visitare la casa padronale di Grazia Deledda, il museo della vita e delle tradizioni popolari sarde, che ospita gli oggetti tipici della cultura isolana. Il film chiude sulle immagini del Bruncu Spina innevato con le sue piste da sci.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda