La Produzione del bosco

Nel 1986 la Sardegna ha una superficie forestale di 292.500 ettari. L'isola ha inoltre molti boschi potenziali (macchie e cisteti) per un totale di 683.500 ettari, che interessano il 28,5% del territorio sardo. La voce fuori campo procede alla descrizione della composizione dei boschi. Alcune inquadrature sono dedicate alle specie arboree prevalenti. Il pino d'alepo, normalmente coltivato come pianta frangivento, è anche un elemento fondamentale della vegetazione spontanea del Sulcis Iglesiente. Il pino marittimo è particolarmente resistente alla salsedine e produce legname d'un certo valore, mentre il pino domestico, la cui funzione principale è la produzione di pinoli, ha una caratteristica forma ad ombrello. Altre specie diffuse in Sardegna sono il cedro atlantico, proveniente dalla catena montuosa dell'Atlante, il pino radiato, esportato dalla Baia di Monte Ray in California, l'eucalipto, originario dell'Australia. Quest'ultimo è stato impiantato soprattutto nelle zone umide dell'isola, perché si è ritenuto che il suo odore potesse eliminare la zanzara, portatrice di malaria. In Sardegna, il pino radiato e l'eucalipto sono stati utilizzati per la produzione di pasta cartaria. La pianta forestale più importante dell'isola è il leccio. Essa riveste interesse per la produzione di legna da ardere, di carbone, di ghiande, nutrimento dei suini e del bestiame della foresta. A causa della sua chioma emisferica, il leccio ha una grande importanza paesaggistica. Lo sviluppo della sua superficie fogliaria contribuisce a contrastare l'erosione da parte delle piogge torrenziali. Questa specie, assieme alla roverella, ha dato vita ad ecosistemi forestali stabili e ricchi di fauna. La sughera è la pianta più importante dell'isola da un punto di vista economico. Il sughero, da essa prodotto ha dato impulso ad un'industria fiorente, localizzata a nord. La specie è inoltre importante perché particolarmente resistente agli incendi. Il castagno, pianta che qui cresce spontanea, ha un'impollinazione di tipo misto. Da esso si producono legname pregiato e miele. Il documentario dedica alcune sequenze alla vegetazione riparia della Sardegna. Essa è confinata ai pochi corsi d'acqua perenne e comprende: l'ontano nero, il salice, il frassino siffillo. Tra i "relitti d'età terziaria" presenti nella regione vi sono le foreste di tasso e d'agrifoglio. Due sono le funzioni del bosco aventi un particolare rilievo. La prima è rappresentata dalla ritenzione del carbonio, la seconda è la funzione antirumore.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda