Niente

Flavio cammina nel centro storico di Cagliari, in mano ha una valigetta. Prima di andare a lavoro si dirige nella parte laterale del Duomo di Santa Maria. Il giovane si avvicina ad una pietra sopra la quale è incisa la scritta in latino medioevale: "Sepulcrum Orlandi Coptoriali". Qui ha luogo un breve flashback in cui un altro ragazzo, Leo, spiega a Flavio l'origine di quella scritta, che, dice, forse appartenne alla tomba di un crociato denominato Orlando. Mentre si dirige verso la scuola nella quale insegna, Flavio continua a ripensare al dialogo con il ragazzo. Il giovane professore vede Leo in lontananza, ma questo inizia a fuggire. Flavio lo insegue, non riesce però a stargli dietro. Arrivato a scuola incontra un'insegnante che lo avvisa del Consiglio d'Istituto della sera. Dopo aver svolto la lezione, Flavio torna a casa. Acceso il televisore, dal Tg apprende la notizia della morte di Leo Cara, di 33 anni d'età, deceduto tre giorni prima per un'overdose. Il telegiornale mostra la foto dell'uomo. Il suo volto corrisponde a quello del ragazzo incontrato nel quartiere Castello durante la mattina. Flavio si allarma e chiama Sabina, una vecchia amica. Con lei discorre della morte di Leo. La ragazza non vuole credere che, come Flavio asserisce, egli sia ancora vivo. I due parlano inoltre della scritta in latino sulle mura del Duomo. Decidono di vedersi la sera in un locale, il Fabrik. Flavio esce di nuovo di casa. Va in moto in cattedrale. Qui incontra un sacerdote al quale chiede altre informazioni sulla pietra incisa. Essa, anni prima, aveva suscitato gli interessi di Leo Cara e dei suoi amici Greg e Andrea. Il prete non dice nulla più di quanto egli già sappia, ma insospettito informa un uomo, seduto dentro un'auto, delle domande fatte dal giovane. Flavio assiste alla scena e decide di seguire la macchina che arriva fino alla periferia di Cagliari. Qui, dentro un caseggiato, si svolge la riunione di una setta. I sui membri pregano in latino e ringraziano il nobile Orlando (di cui un'immagine mostra un dipinto oggetto di venerazione) per il dono fatto all'umanità. Terminata la cerimonia, gli uomini parlano fra loro. Dai discorsi si può intuire che la morte di Leo sia stata una montatura. Flavio decide d'andar via. Qualcuno lo vede. Direttosi a scuola, il ragazzo chiede ulteriori informazioni sull'Orlando della pietra del Duomo alla collega Luisa. Da lei apprende che Orlando apparteneva all'ordine dei templari. Essi ufficialmente adoravano il diavolo ed erano considerati degli eretici. Anche la visita ad Andrea, vecchio amico di Leo, non aiuta Flavio. La sera, dopo aver incontrato Sabina, che si rifiuta di aiutarlo, il ragazzo decide di recarsi a casa del presunto morto. Arrivatovi, sfonda un vetro per entrare all'interno dell'abitazione. Qui, visto il ritratto di Orlando, viene colpito pesantemente alla nuca. Il suo casco, cadendo per terra, produce un rumore sordo. In chiusura l'immagine di Leo, che prepara un'iniezione per Flavio. Quest'ultimo chiede lui cosa sia. Leo risponde: "Niente".

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda