Murales. Storia del movimento muralista sardo

La storia della pittura muralista inizia in Messico attorno agli anni '10-'20 del 1900, grazie alle opere eversive di Siqueiros e Rivera. Passando poi per Cuba e gli Stati Uniti, giunge in Europa verso gli anni Cinquanta, ed in Sardegna con le contestazioni del '68-'70. In Sardegna assume appieno il carattere tipico di ribellione alla tradizionale pittura "di cavalletto", elitaria, chiusa nelle pinacoteche, per identificarsi come opera da un lato facilmente fruibile alla gente comune, dall'altro come reazione del pittore alla carenza di spazi espositivi. Le tematiche trattate riguardano la tradizione, la sfera sociale, la vita quotidiana, mutando da centro a centro. Immagini documentano questa varietà, mostrando i murales di più paesi, ed elencando i vari artisti, a partire da Aligi Sassu, che realizzò un grande Prometeo nel Liceo di Ozieri. Tra gli altri vengono nominati Luigi Pu, attivo a Gesico, Asproni ad Onanì, Luigi Pu, Farci, Secci, Congiu a Jerzu, Pilloni e Sciola a S. Sperate. L'ultima parte del documentario è un invito rivolto a pittori e amministrazioni: per i primi, affinché esprimano la loro arte nel rispetto delle superficie e del contesto urbano; per i secondi, affinché incentivino e sostengano lo sviluppo di questa forma di pittura. Un'ultima riflessione è affidata alle parole di tre artisti: Sciola, Cotza, Pu.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda