Murales in Sardegna

Il documentario è diviso in tre parti, attraverso le quali si dà vita ad un viaggio che descrive un itinerario nei paesi sardi ospitanti murales. Il percorso ha inizio a San Sperate, centro che in Sardegna vanta la massima concentrazione di pitture murarie. Alla loro realizzazione, nel 1978, contribuì l'iniziativa del pittore Pinuccio Sciola, che propose la creazione di un gruppo culturale avente l'intento di creare un paese-museo. L'arte portata nelle strade, afferma la voce fuori campo, sembrava utile ad "educare la gente". L'iniziativa ebbe un successo notevole, tanto che alla realizzazione delle pitture murarie contribuirono anche artisti famosi, che lavorarono senza compenso. Come mostrano le immagini del documentario, parte dei murales di San Sperate ha contenuti puramente artistici, parte rappresenta la realtà sarda, altre pitture hanno infine un contenuto politico che chiama in causa la protesta contro l'imperialismo americano in Sardegna, contro le basi militari, contro la dittatura fascista in Cile. Alcune opere si servono di scritte in sardo. Anche a Bitti sono stati realizzati tre murales. A capo dell'iniziativa si è posto un collettivo comunista del luogo. Una pittura esibisce una scritta in sardo inneggiante l'unione dei proletari lavoratori dei campi e delle fabbriche. Essa rappresenta il volto di Gramsci. Orgosolo è il secondo centro della Sardegna per la pittura muraria, svolta da un pittore naif e da un gruppo di studenti delle scuole medie guidati da un loro insegnante. Come mostrano le inquadrature, la maggior parte dei murales orgolesi, ha un contenuto prettamente politico. Essi sono per lo più un mezzo di protesta contro il colonialismo, l'emigrazione, le servitù militari. Tuttavia, nel paese sono rappresentati anche altri temi d'attualità: una pittura affronta quello dell'emancipazione della donna, una riguarda il diritto allo studio, un'altra polemizza contro l'impianto della fabbrica d'Ottana, denominata fabbrica della morte (la scritta è in sardo). Nel 1977, il gruppo culturale "Arte e ambiente" ha svolto un'intensa attività muralistica nel paese di Villamar. Anche queste rappresentazioni hanno un contenuto eminentemente politico, chiamando ancora una volta in causa le piaghe del colonialismo e delle basi militari americane presenti nell'isola, o affrontando i temi della difesa dell'identità sarda, dello sfruttamento nelle fabbriche, del potere oppressore. A Villamar molti murales esibiscono scritte in lingua sarda. Altro centro degno di nota per la concentrazione di pitture murarie è Serramanna. Qui l'attività è frutto della collaborazione del gruppo locale con quello di San Sperate e Villamar. Le rappresentazioni esibiscono le stesse proteste politiche viste in precedenza. Un posto a parte merita un murale del 1987, rappresentante l'episodio di un cacciabombardiere che per errore sganciò alcune bombe su due contadini intenti nel lavoro dei campi. In altri centri, come Oliena, Sardara, Las Plassas, San Gavino, Samassi e Serrenti, sono stati i gruppi di Villamar, San Sperate e Serramanna a realizzare i murales dove campeggia, ancora una volta, la raffigurazione di temi politici.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda