Il Dinamismo della vegetazione forestale

Le formazioni forestali in Sardegna si insediano vicino ai corsi d'acqua, ma anche sul basalto, sui roccioni granitici e calcarei. Con l'uso di una voce fuori campo di commento, viene presa in esame la vegetazione naturale, influenzata sempre più dalla presenza dell'uomo (incendi, disboscamenti, colture agrarie). Nei pascoli, di natura instabile, la diversità di altitudine e di clima determina una grande varietà: a quote basse crescono specie annuali, a quote più alte quelle perenni, come la carlina, la ferula e l'asfodelo. Nelle aree costiere, la macchia è limitata e bassa e il tipo di vegetazione è caratterizzato dalla presenza del dentischio, del corbezzolo, del ginepro fenicio e oleastro o del ginepro ossicedro, mentre nella fascia tra 1200-1500 m prevale l'erica scoparia. Le specie arboree che costituiscono la principale risorsa forestale della Sardegna sono: il leccio, albero di grandi dimensioni, che si insidia spesso negli anfratti rocciosi; la roverella, che cresce in zone fresche e montane; la quercia da sughero, che può vivere dal livello del mare fino ai 1000 m di altitudine; infine il castagno e il pino nero, impiantati dall'uomo. Il bosco può anche modificarsi spontaneamente, dando vita ad un climax, dove l'azione dell'uomo non è riuscita ad intaccare la composizione originale.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda