Combattere l'echinococco ora

Il filmato è in parte tratto dal lungometraggio realizzato da Rai 3 (sede regionale della Sardegna) e avente per titolo "Echinococcosi una malattia da vincere". A quarant'anni dalla scomparsa della malaria, in Sardegna ha avuto inizio una nuova lotta, quella contro l'echinococcosi idatidosi. Le prime sequenze del documentario mostrano un veterinario, che si reca ad una fattoria nelle campagne di Domusnovas, dove svolgerà una breve intervista all'allevatore. Le domande, raccomandate dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale, avranno per oggetto l'echinococco. Esse hanno lo scopo di verificare la conoscenza, da parte degli allevatori sardi, del ciclo della malattia. Quest'ultima viene trasmessa da un piccolo verme parassita, che vive nell'intestino del cane (di esso vengono mostrate le immagini al microscopio). Il verme è costituito da una testa con cui si attacca alla parete intestinale dell'animale e da tre segmenti detti proglottidi. Quando l'ultimo proglottida è pieno di uova, si stacca dall'intestino e migra verso l'esterno attraverso le feci del cane. Nel verme intanto si formano continuamente nuovi segmenti. Tutto il processo viene illustrato attraverso alcuni disegni animati. Le uova microscopiche, una volta giunte all'esterno, sono disperse nell'ambiente dagli insetti, dal vento e dall'acqua. Se una pecora bruca erba contaminata dalle uova d'echinococco, una volta giunte nell'intestino esse si schiudono. Da questo processo fuoriesce un embrione denominato esacanto perché dotato di sei uncini. L'embrione perfora l'intestino, entra in una vena e, trasportato dal sangue, arriva ad un organo qualsiasi. Qui si blocca in un vaso capillare e inizia a crescere formando una cisti. All'interno della cisti vanno formandosi piccole vescicole (le proligere), dentro le quali vi sono larve denominate protoscorici. Le cisti sono ben riconoscibili negli organi parassitati. Quando una pecora viene macellata senza l'ausilio di un veterinario, spesso i suoi visceri vengono dati in pasto ai cani. Questi, ingerite le uova d'echinococco, continueranno ad alimentare il processo di formazione di cisti attraverso le loro feci. Ogni cisti può contenere centinaia di migliaia di protoscorici, dunque un cane può ospitare centinaia di migliaia di vermi. Tra le specie che possono infettarsi, oltre a quelle già citate, vengono ricordati i suini, i bovini e l'uomo. È in questa parte del documentario che una breve fiction mostra le sequenze aventi per protagonista un bambino, che mangia un panino contaminato da una mosca che ha a sua volta depositato uova d'echinococco. Un raradiografia introduce ad una visita medica in cui si spiega che il bambino, avendo una cisti d'idatidosi, deve sottoporsi ad un intervento chirurgico. L'echinococco è però una malattia che può essere combattuta con la prevenzione. I visceri infettati devono quindi essere distrutti e tutta la popolazione canina deve essere tenuta sotto controllo perché, come mostrano le inquadrature di alcuni articoli di giornale, i cani randagi possono nutrirsi di cadaveri di pecore abbandonati o, in branco, assaltare le greggi e decimarle. L'aiuto di nuove tecnologie permetterà di registrare tutti i cani con padrone. Se inoltre ciascuno di noi rispetterà le norme d'igiene, l'echinococco potrà essere sconfitta.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda