Sagra di S. Efisio

Nel 1652 la Sardegna fu colpita da una grave pestilenza. I cagliaritani fecero di tutto per isolare la città dall'esterno, ma ogni tentativo fu vano e il morbo entrò in città. La peste infierì per circa nove mesi. Gli abitanti di Cagliari iniziarono ad invocare il loro Santo patrono, Sant'Efisio. Il Consiglio comunale fece una promessa solenne a nome dell'intera cittadinanza: se la peste fosse cessata i cagliaritani avrebbero accompagnato ogni anno il santo fino a Nora, città romana in cui, secondo la leggenda, Sant'Efisio sarebbe stato decapitato. Finita la pestilenza, gli abitanti di Cagliari mantennero la promessa e accompagnarono il simulacro del santo, ritratto come un nobile spagnolo, anche durante i periodi bui della II guerra mondiale. Da questi eventi ebbe origine la Sagra di Sant'Efisio, documentata dalle immagini del film. Così, ogni primo maggio il corteo in suo onore viene aperto dalle traccas, carri a buoi addobbati a festa e provenienti dai paesi agricoli vicini al capoluogo. La voce fuori campo spiega che le traccas son sempre state sinonimo di festa in Sardegna, poiché in passato servivano per potersi recare alle sagre paesane. Il carro è ancora oggi addobbato con fiori e agrumi, intorno ad esso fanno bella mostra di sé tappeti, arazzi, coperte. Le traccas sono seguite dai gruppi in costume provenienti da tutti i centri dell'isola. Le immagini mostrano la più ampia varietà degli abiti sardi di un tempo. La via Roma diviene un pullulare di colori. I cavalieri seguono i gruppi a piedi, i loro cavalli sono addobbati a festa. Il cocchio del santo è preceduto dai miliziani, vestiti con l'antica divisa spagnola, cui seguono rappresentanti delle autorità civili e religiose. L'arrivo di Sant'Efisio è annunciato dal suono delle launeddas del maestro Luigi Lai e del suo gruppo. Il cocchio si sofferma ora su un manto di fiori preparato in precedenza dai ragazzi in costume. La manifestazione cagliaritana del primo maggio si chiude con i balli sardi. Intanto, prosegue il viaggio del Santo, accompagnato da decine di persone che, per quattro giorni, camminano fino a Nora per assolvere la loro promessa.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda