Solky

Il film è un viaggio attraverso la storia e le bellezze paesaggistiche dell'isola di Sant'Antioco. Quando i fenici vi sbarcarono, l'isola era già fittamente abitata; infatti, i primi abitatori risalgono al neolitico, circa 2500 anni a.C. Le testimonianze di quest'epoca giunte sino a noi sono i due menhir, Su Para e Sa Mongia, le domus de janas, una tomba dei giganti in località Sa Corona 'e Su Crabi e vari nuraghi. Solky (che significa scalo) fu per i fenici un punto d'approdo, fino a diventare un importante centro per il commercio con le miniere dell'Iglesiente. I fenici costruirono le fortezze di Monte Sirai, presso Carbonia, e Pani Loriga, presso Santadi. Abbiamo le testimonianze della religione professata dai fenici nel tophet, un recinto dentro il quale si conservavano le ceneri dei bambini, accanto ai quali si poneva una stele. La necropoli, con le tombe scavate nel tufo, si estende dal tophet sino all'attuale Chiesa di Sant'Antioco. Durante la dominazione romana, che seguì alla dominazione cartaginese, la città, Sulki o Sulci, era un'importante porto che esportava minerali. A quest'epoca risalgono il ponte che collega l'isola con la Sardegna e la fontana posta al centro della piazza del paese. Durante le dominazione romana, si formarono i primi gruppi clandestini di cristiani, che utilizzarono le tombe puniche, trasformandole in catacombe, qui è vissuto e morto quello che poi diverrà il patrono dell'isola, sant'Antioco. A lui è dedicata la chiesa, il cui nucleo primitivo risale al V secolo. Con la crisi dell'impero romano, l'isola fu devastata dai saraceni, che costrinsero gli abitanti ad abbandonarla per lunghi secoli. Il suo ripopolamento ricominciò nel XVIII secolo, con la fondazione di Carloforte e Calasetta. La città di Sant'Antioco è stata fondata sull'antica cittadina punico romana. Attualmente l'amministrazione promuove il turismo, valorizzando il mare stupendo e le coste, a tratti rocciose, a tratti basse con spiagge di sabbia finissima. I programmi estivi offrono, oltre l'ospitalità in case private o nei ristoranti e alberghi, manifestazioni, dove poter degustare i piatti della tradizione sarda e ammirare le traccas, carri ornati tirati dai buoi, i costumi del luogo e l'artigianato dei tappeti, tessuti negli antichi telai, accompagnati dal suono delle launeddas, antico strumento tradizionale sardo.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda