Domus e janas in Sardegna

Il documentario presenta un dettagliato profilo storico-archeologico e morfologico delle Domus de janas, piccole abitazioni scavate nella rocce, residenza delle fate (janas) nella cultura popolare, la cui destinazione originaria era quella di casa dei defunti. Il filmato, commentato da una voce fuori campo, ripercorre le varie fasi degli scavi archeologici, dai primi importanti scavi eseguiti agli inizi del ‘900 da Antonio Taramelli nella necropoli di Anghelo ruju di Alghero, fino ai successivi sviluppi degli scavi, e importanti progetti di sistemazione dei risultati, come quello elaborato dall'Assessorato alla pubblica istruzione e ai beni ambientali, che prevedeva il censimento e la catalogazione di tutti i beni archeologici dell'isola. Delle circa 200 domus de janas individuate, si forniscono le ipotesi di datazione, gli utilizzi e riutilizzi nel corso delle diverse fasi storiche, le diverse tipologie presenti nel territorio, e la loro collocazione nell'archeologia dell'area mediterranea. Alcuni siti di una certa rilevanza (come la tomba dei guerrieri a Decimoputzu o quella di S. Benedetto nell'Iglesiente) sono descritti con cura, anche in funzione del loro valore documentario per ricostruire gli aspetti più importanti delle tecniche di costruzione e delle forme di religiosità, nonché come documenti della vita quotidiana riprodotta al loro interno, e della stratificazione sociale che traspare dalle diverse forme. Il documentario presenta diverse tavole di riferimento per la periodizzazione della preistoria e storia sarda, con riferimento alle diverse forme di civiltà identificate con i siti archeologici più importanti.inserite il testo

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda