Padre padrone

Nelle prime scene il pastore Gavino Ledda, autore del testo da cui è tratto il film, affila il bastone e lo consegna all'attore (Antonutti) che interpreterà suo padre nella pellicola. Così, quest'ultimo si dirige nella scuola elementare frequentata, a Siligo, dal figlio Gavino. Va a riprenderselo; ne ha bisogno per governare le pecore che stanno in un ovile lontano dall'abitato. La maestra resiste, i compagni di scuola del bambino ridono, ma sanno che presto toccherà anche a loro: è la dura legge della pastorizia tradizionale. Gavino viene trascinato con forza a casa dove la mamma cerca di confortarlo. Il mattino dopo è pronto per essere portato all'ovile. Gavino tenta di fuggire e il padre lo punisce severamente. La vita del pastore è dura per un bambino di sette anni, ma Gavino deve sopportare tutto, compreso freddo, fatica, solitudine e paura, perché il padre lo controlla ed è sempre pronto, con modi violenti, a riportarlo al suo lavoro. Anche l'adolescenza di Gavino trascorre nella solitudine dell'ovile, tra alti e bassi dell'economia familiare. Un giorno Gavino, però, scopre la musica: una vecchia fisarmonica suonata da un ambulante è il primo varco verso un mondo diverso dove prevale la cultura e la sensibilità. Tenta inutilmente di fuggire in Germania con un gruppo di amici, ma il suo fallimento aumenta ancor di più la derisione del padre nei suoi confronti. Solo l'esperienza della leva militare cambia decisamente la vita di Gavino che arriva addirittura a diplomarsi con il suo metodo testardo e costante, aiutato da un giovane commilitone. Il ragazzo si iscrive all'università, nonostante il parere contrario del padre che lo rivuole per essergli d'aiuto in campagna. I due si sfidano in giornate divise tra lavori faticosi e lezioni notturne. Si arriva, però, ad un ultimo scontro tra i due che, almeno in apparenza, libererà Gavino dall'oppressione della famiglia e che lo condurrà su un'altra strada esistenziale. Ma, alla fine, vediamo ancora il vero Gavino Ledda prima a passeggio nel paese, di cui sente ancora l'ostilità per la sua scelta di vita, e poi in montagna a ripetere il gesto rassicurante di quando era bambino.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda