Le Torri di pietra. Itinerari archeologici nel sud della Sardegna
La Sardegna, posta al centro del Mediterraneo, si è trovata coinvolta nelle principali correnti di traffico e nelle rotte commerciali tra Oriente e Occidente. Dal mare hanno inizio gli itinerari sulle tracce delle prime presenze umane nella parte meridionale della Sardegna. Solo dal neolitico medio si ha testimonianza di tali presenze. Il film mostra alcuni reperti archeologici e il sito delle domus de janas di Montessu, appartenente alla cultura di San Michele, dal nome dell'omonima grotta di Ozieri. Lo speaker illustra la struttura delle tombe e dei simboli presenti. Nella Giara di Gesturi, sorge lo pseudonuraghe di Bruncu de Madili, databile al 1800 a.C., lo speaker fornisce una descrizione della struttura e dei resti del villaggio. Alla fine del III millennio e nella prima metà del II millennio, il Mediterraneo diventa un mare culturalmente agitato. Si apre un periodo nuovo, caratterizzato per la Sardegna da una crescita culturale, spirituale e materiale e dalla comparsa della cupola a tolos, che permetterà la costruzione dei nuraghi, che, sparsi in tutta l'isola, se ne contano circa 7000. Il nuraghe, parte integrante del paesaggio dell'isola, è l'emblema della Sardegna. Lo speaker descrive, in modo particolareggiato, la struttura del villaggio nuragico su Nuraxi, presso Barumini. La religione dei costruttori del villaggio, il popolo di pastori e agricoltori, che venerava l'acqua, li richiamava spesso nei santuari di culto. Compare un'altra tipologia di sepoltura, le tombe dei giganti, ben descritte dallo speaker. Dal 1500 sino al VI secolo, la civiltà nuragica ha un suo sviluppo compiuto. Nel primo millennio a.C., un nuovo popolo si affaccia in Sardegna, sono i fenici, che convivono e commerciano con le popolazioni locali. Con Cartagine, ha inizio una nuova era di dominio politico, si chiude l'epoca dei nuraghi, che ancora oggi si ergono possenti contro il cielo.