Antico sposalizio selargino

L'antico sposalizio selargino, argomento del documentario, è un rito che affonda le radici in una lunga tradizione pastorale, fusasi con la celebrazione cristiana. L'antica origine è evidente nella data stabilita per la celebrazione, che cade la prima domenica di settembre, all'arrivo dell'autunno sui cui segni le immagini indugiano. Il matrimonio succedeva alla festa dei proprietari agricoli, sa festa manna, durante la quale il contadino esibiva la sua ricchezza e la sua condizione sociale negli ornamenti dei carri. I carri addobbati oggi sfilano trasportando le masserizie nella futura casa degli sposi, prima della funzione. Precede le nozze anche il cosiddetto palio della sposa, corsa di cavalieri lungo un tracciato prestabilito. Si arriva così al rito vero e proprio, con la vestizione degli sposi, che si svolge nella casa tipica campidanese (sa lolla). Il film descrive in dettaglio l'abbigliamento femminile e maschile. La vestizione della donna si conclude con la benedizione dei genitori, l'aspersione del capo con sale e grano, la rottura di un piatto. Dopo aver ricevuto la benedizione, l'uomo si avvia ad incontrare la sposa. La celebrazione avviene in chiesa, alla quale gli sposi giungono attraversando strade cosparse di fiori e seguiti da un corteo. In chiesa il parroco pronuncia il sermone in dialetto campidanese. Il rito si sposta poi nella chiesa di San Giuliano. Canti e danze tradizionali annunciano la festa e la fine dello sposalizio.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda