Gennargentu. La porta d'argento

Il documentario, trasmesso all'interno della trasmissione Geo e presentato dall'allora presidente del WWF Grazia Francescato, è un omaggio alla costituzione del Parco Nazionale del Gennargentu, avvenuta ufficialmente nel 1995 dopo anni di definizione di progetti e di tentativi di accordo fra le parti in causa. Il Gennargentu, principale catena montuosa della Sardegna, viene presentato innanzitutto come luogo selvaggio ed isolato, al pari della Barbagia che i monti attraversano. Si inquadrano cime e foreste, i segni dell'antica presenza umana, i nuraghi, simbolo dell'irriducibile desiderio di libertà del popolo sardo. I nuraghi divengono l'emblema della lotta contro gli invasori romani, in particolare il villaggio di Tiscali, costruito in una cavità, un tempo una grotta, vero e proprio baluardo. Dai nuraghi si passa al Supramonte, massiccio calcareo che svetta su boschi di lecci, ed al Golfo di Orosei con le sue scogliere ed il mare cristallino. L'acqua si unisce alla montagna, la leviga e plasma: nascono allora le grotte, le gole, come quella di Su Gorroppu, scavate da torrenti. Abitatori di queste aree incontaminate sono animali come il cervo sardo, il daino, il muflone, il cinghiale; rapaci come l'aquila reale e dei Bonelli, il grifone, il falco. Il documentario si conclude con un saluto al neonato parco, e l'augurio che la zona goda dell'adeguata tutela, e che il turismo, come quello alpinistico, non intacchi il patrimonio creato dalla natura e dall'uomo nel corso dei millenni.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda