Monserrato. Cultura, storia, società

Il documentario si divide in tre sezioni: storia, artigianato e arte, economia, tradizioni popolari. Dopo le inquadrature mostranti i monumenti monserratini segue la storia del paese, legata fino alla metà dell''800 al fiume che l'attraversava e alla palude che lo lambiva. Da qui il nome Pauli, ovvero palude. Quest'ultima fu bonificata nel 1873 ad opera del Cavalier Antioco Asquer. Le prime notizie storiche di Monserrato risalgono al III/IV sec. d.C., ma solo a partire dal 1426 se ne cominciò a parlare con continuità. In questa data, infatti, il Re D'Aragona diede in feudo a Dalmazio Sanjust i villaggi di Pauli e Sisali. Era la ricompensa per aver riportato all'obbedienza la città di Sassari. Da allora Pauli passò di mano in mano. Tra gli ultimi possessori vi fu Don Giovanni Sanjust, che cedé il paese a suo figlio, Don Monserrato, dalle mani del quale passò a Francesco Sanjust. Costui, nel 1839, vendé la Reale Contea di S. Lorenzo, composta dei villaggi di Pauli, Pirri e del Maso, al Reale Demanio Piemontese. Monserrato rimase comune autonomo fino al 1929, dopodiché divenne frazione di Cagliari. La cittadina fu attiva durante i due conflitti mondiali, giacché nel 1919 il Ministero della Guerra volle costruire a Monserrato un aeroporto militare. Fu così che il centro venne semidistrutto durante i bombardamenti del 1943. Nell'immediato dopoguerra i monserratini conobbero un decennio attivo nella ricostruzione del loro agglomerato e dell'economia. Nel 1960, Monserrato vide i primi fermenti sul fronte autonomistico. La storia più recente è legata alla costruzione della Cittadella Universitaria. L'artigianato monserratino è in parte un riflesso delle attività agricole prevalenti. Le inquadrature sull'oggettistica d'un tempo rivelano che i lavori artigianali più diffusi nel paese erano quelli di maestro bottaio, maniscalco e fabbro. Di rilievo fu però l'arte della confezione dei costumi sardi e della lavorazione della filigrana. Oggi Monserrato ha sperimentato nuove vie nell'ambito delle attività artigianali. Fra esse la liuteria. L'architettura del paese riflette quella tipica campidanese. Per quanto concerne le costruzioni religiose, la chiesa di Sant'Ambrogio, costruita dagli spagnoli intorno al 1500, è un esempio di tardo-gotico. All'interno della cappella presbiteriale i Sanjust hanno fatto scolpire il loro stemma gentilizio. Più recente è la chiesa dedicata alla Madonna, patrona di Monserrato. Non meno importante l'edificio sacro di San Valeriano, fatto erigere nel 1906 da Valeriano Spiga e Rita Secci, esponenti di una ricca famiglia monserratina. Un importante esempio d'architettura civile è la casa Foddis, sulla via Zuddas. Da non trascurare l'attività pittorica che nel paese vanta artisti del calibro di Cesare Cabras (morto nel 1968) e Gianni Argiolas. Di entrambi il film mostra alcune opere. L'economia di Monserrato è, a quanto dicono le fonti, sempre stata legata alla coltivazione vitivinicola, importata dai padri Vittorini. Le sequenze mostrano immagini della vendemmia. Già alla fine del 1800 la produzione vinicola del paese sfiorava i 15.000.000 di litri annui (viene inquadrata una foto in bianco e nero). Da questo momento in poi la produzione di vino di Monserrato si conquistò il primato sulle altre aziende sarde. Negli ultimi tempi l'economia è andata modificandosi a causa dell'occupazione nel pubblico impiego e della conversione della coltura della vite con altre coltivazioni. Le feste tradizionali monserratine sono due: quella di S. Lorenzo (dal 9 al 12 agosto) e quella della Madonna, cui gli abitanti del paese sono molto devoti (dal 7 al 10 settembre). Entrambe sono animate dalle corse a cavallo e dalle gare poetiche in dialetto. Monserrato vanta un'ormai secolare attività musicale.

Iniziativa a cura del Centro di Servizi Culturali Società Umanitaria - Cineteca Sarda